“Tentare di fermare il processo di globalizzazione in atto, è come pensare di fermare il vento con le mani”,
Si potrebbe rispondere così a Marine LE PEN, leader dell’estrema destra francese e capo del Fronte Nazionale chiamata a competere con Emmanuel MACRON.
Ho seguito l’esito del confronto televisivo fra i due dell’altro giorno: colpi bassi a raffica da parte di Madame che, per la delicatezza utilizzata arriva addirittura a smentire il genere femminile, notoriamente più delicato, più morbido.
Paragonabile ad un incontro di pugilato, la LE PEN ha raccolto e sintetizzato l’incertezza complessiva del popolo francese che va dai problemi dell’economia a quelli della sicurezza.
Ha ribadito la necessità di chiudere le frontiere, uscire dall’euro per ridare autonomia monetaria al suo Paese e uscire dall’Europa al pari di quanto avvenuto con la Brexit del Regno Unito.
Ha ricordato i presunti “poteri forti” che starebbero dietro all’avversario senza entrare nei dettagli, fino ad accusare il Governo in carica, del quale MACRON ha guidato il dicastero dell’economia per un lungo periodo, di compiacenza con il fondamentalismo islamico che tanti danni ha provocato per i continui ed incessanti attacchi terroristici, seminando morte e paura fra la popolazione.
Spesso è sembrata una che spara nel mucchio al solo fine di enfatizzare i problemi esistenti e che il popolo francese ben consoce. Ben’inteso, com’è nella natura delle politiche populiste che non hanno la capacità di programmare il futuro nel lungo periodo, con le delle proposte solide e di lunga durata, magari già sperimentate altrove. Il populista, raccoglie il disagio sociale che ahimè e non solo in Francia, grazie a questa lunga crisi si può cogliere a piene mani e immagina soluzioni approssimative e spesso irrealizzabili.
Di contro, per rispondere al populismo crescente in tanti Paesi dell’attuale Europa, ai processi in atto, dalla globalizzazione dei problemi e delle soluzioni, rappresentati dagli spazi economici e dalle opportunità di sviluppo, crescita e lavoro, non vanno e non possono essere ostacolati, ma al contrario gestiti al meglio.
La politica, da sempre, ha questo compito.
Non possiamo immaginare che i problemi si risolvano da soli, isolandoci e chiudendoci in noi stessi.
Quando arriva il vento, anche quello complicato e difficile, quello che, almeno in apparenza, sembra portare più problemi che soluzioni, non si può fermare con le mani.
Il vento, al pari della libertà, è un fenomeno naturale che nessuna politica potrà fermare o interrompere.