Savona critica Draghi e propone: “Europa metta in campo strumenti di debito comune”
L’Europa deve mettere in campo degli strumenti di debito comune, che non siano gli eurobond. In questo modo Paesi come l’Italia potrebbero liberare risorse per gli investimenti pubblici.
Questa la ricetta di Paolo Savona, presidente della Consob, per aiutare i conti pubblici italiani e allo stesso tempo evitare deflussi di investimenti dall’Europa verso il mercato dei T-Bond Usa.
“Va attuata la creazione di un sistema di debito europeo, che non è l’eurobond ma creare una attività sicura che fermi il deflusso in Europa dei fondi verso gli Stati Uniti” ha detto Savona, intervenendo al Meeting di Rimini, aggiungendo che “Se si crea questo titolo che fa parte di un programma completo e il ricavato di questi titoli viene dato a Paesi come l’Italia che per uno o due anni non emettono debito, questi strumenti possono cessare le pressioni verso lo spread italiano, che può anche azzerarsi e, se l’Italia attua un programma credibile, noi risparmiamo 30 miliardi subito che possiamo investire in infrastrutture”, ha continuato il presidente della Consob.
Per farlo, secondo Savona, bisogna fare ‘un accordo serio con l’Ue’ e garantire che ‘non vogliamo uscire dall’Europa, non vogliamo uscire dall’euro in via definitiva…’, anche perche’ altri metodi per Savona non funzionano: ‘Io sono andato qualche volta a battere il pugno sul tavolo a Bruxelles ma non sentiva nessuno… mentre un’idea ben posta…’.
Savona ha poi sottolineato che “quando è scoppiata la crisi internazionale ‘l’Europa era impreparata, la Bce era impreparata. Draghi ha fatto il Quantitative easing solo nel 2012, quattro anni dopo’ l’inizio della crisi. ‘Questa è la mia critica, non sono contro l’Europa ma (le istituzioni, ndr) non sono state dotate degli strumenti giusti’.
Per Savona”serve una banca centrale che abbia il potere di intervenire sulla speculazione ma non nel modo in cui ha fatto Draghi”. Infatti, Savona ha spiegato che la Bce ‘interviene sul debito pubblico italiano che ne ha bisogno, perché è oggetto di speculazione, ma poi interviene anche su quello tedesco che non ne ha bisogno e in questo modo ‘gli interventi della banca centrale calmierano ma non risolvono’.