Legnano – Ieri abbiamo ancora assistito a come i listini azionari americani fungano da market driver e siano in grado di capovolgere la situazione che, durante la giornata idi ieri, fino a quel momento si era creata.
Le pessime stime dell’Ocse riguardo la crescita globale, delle diverse aree macroeconomiche e dei singoli paesi unite agli accordi presi per il salvataggio della Grecia che ad un’analisi attenta presentano punti controversi, avevano infatti causato importanti ribassi sul valutario come sul fronte azionario europeo; l’eurodollaro aveva infatti rotto con forza la soglia psicologica di 1,29 portandosi sul supporto a 1,2880 e il Ger30 aveva violato con decisione quota 7300, tanto per citare due esempi.
Un’altra testimonianza straordinaria si era avuta con il rally del bund, in grado di oltrepassare i più importanti supporti uno dopo l’altro fino a riportarsi oltre il prezzo di 143, offrendo peraltro un timing anticipatore rispetto ad altri strumenti ad esso inversamente correlati (pro-rischio) per porre in essere operazioni con ingressi ottimali.
L’ingresso degli operatori americani ha invece stravolto gli equilibri presenti fino a quel momento, facendo letteralmente rimbalzare il mercato fino a farlo girare completamente per allontanarsi dai supporti e cacciare le resistenze che ormai sembravano nuovamente lontane. Questo è stato in parte dettato dalle parole distensive proferite da Boehner (speaker repubblicano del Congresso) e Obama in merito alle possibili risoluzioni di quello che ormai sembra essere il market mover per eccellenza e cioè il “fiscal cliff” americano; quest’ultimo è, e lo abbiamo visto sulla nostra pelle, in grado di allontanare la percezione del mercato da altri temi.
Non erano infatti mancati ieri gli spunti non di certo lusinghieri per gli investitori: Fitch ha infatti tagliato il rating sul debito dell’Argentina da “B” a “CC” con una sforbiciata di cinque “notch”, aprendo di fatto lo scenario per un nuovo default del Paese dopo che una sentenza del Tribunale di New York ha condannato Buenos Aires al pagamento di 1,3 miliardi entro il 15 dicembre verso chi non ha aderito alla ristrutturazione del debito dopo il default del 2001. Sul fronte europeo invece la Commissione ha approvato i piani di ristrutturazione delle quattro banche spagnole per quasi 40 miliardi di euro.
Tuttavia, come evidenziato dal titolo, i listini americani con l’S&p500 e il Dow Jones su tutti, hanno riportato un clima da risk on e sono stati in grado di riportarsi con forza rispettivamente sopra 1.400 (1414 ora) e 13.000 punti. Per quanto concerne la giornata odierna vale la pena di ricordare la pubblicazione del Pil Usa e dei nuovi sussidi di disoccupazione, in quella che potrebbe essere una giornata nuovamente pesante per il mercato, che potrebbe eliminare i facili entusiasmi di ieri e ritornare ai temi che ancora sono tutti sul piatto anche per fisiologiche prese di profitto sul rally pocanzi analizzato.
Interessanti spunti si possono ricevere ancora dai cambi con yen, in quanto la Bank of Japan ancora ha dichiarato che continuerà le politiche di immissioni di liquidità per rispettare gli obiettivi imprescindibili di inflazione. Rumors di ieri infatti avrebbero paventato ad un’ulteriore siringa da 880 miliardi di yen nella giornata di domani. Ma passiamo ora all’analisi dei livelli tecnici.
EurUsd
Per quanto il ribaltamento del mercato abbia sorpreso tanti operatori, il cambio è rimasto molto tecnico nella sua evoluzione secondo gli indicatori da noi comunemente utilizzati. Se infatti la media a 21 periodi aveva accompagnato perfettamente il movimento al rialzo, ha poi fatto lo stesso con quello al ribasso (da resistenza precisa sui test) arrestatosi sul supporto statico e media mobile a 200 periodi del 4 ore a 1,2880 e poi con l’inversione di ieri pomeriggio. La stessa può ancora risultare importante per il prossimo corso intraday, in caso di test per approdi sulla resistenza di 1,2990 con estensione a 1,3020 e in caso di violazione per ritorni in area 1,2910 (pivot point) e poi ancora 1,2880.
UsdJpy
Rialzista il movimento di questa notte, spinto dal rialzo del Nikkei e soprattutto dalle ennesime dichiarazioni della Bank of Japan a favore della debolezza della valuta domestica. I segnali di inversione, che pure permangono, per ora sono sviliti dal supporto in area 81,60 che ci permette di guardare ai livelli al rialzo che in ordine sono 82,30, 82,60 e 82,85. 82 rappresenta ad ora un ottimo livello di supporto di breve descritto dal passaggio di medie a 21,100 e 200 sul grafico orario e dal pivot point. Quest’ultimo dovrebbe tenere a freno eventuali spinte ribassiste di breve.
EurJpy
L’inversione intrapresa (e anticipata da usd/jpy) ha visto un bel punto di arresto nella gioranta di ieri che ci ha indotto a pensare in un falso breakout discesista in violazione del supporto a 105,75. Una gravestone-doji sul daily ha invece svilito le vendite a favore di un rialzo che da questa notte sembra poter prendere forma verso quota 107, ben supportato a 106,15 (supporto statico e transito di media 21 sul 4 ore e sull’orario). 105,75 ancora il supporto in caso di violazione.
GbpUsd
Ancora molto controverso il grafico del cable. Se lo si apre infatti su di un timeframe giornaliero si nota come, dopo il rialzo della scorsa settimana, il cambio stia vivendo una fase di scarsa direzionalità caratterizzata da tanta volatilità descritta dagli stessi candlesticks; le ultime 3 candele giornaliere sono infatti tutte pin candle con spike molto pronunciati, in grado di indurre errori operativi sui falsi breakout (tema ricorrente del mercato in questo momento). La soglia psicologica di 1,60 resta il riferimento più imminente. La sua violazione troverebbe tuttavia una resistenza significativa prima di 1,5970 mentre una sua tenuta potrebbe rappresentare un’ottima opportunità operativa dal punto di vista del risk reward per primi target in area 1,6050.
AudUsd
Buone le divergenze ribassiste sia su grafico orario che 4 ore che ieri ci hanno condotto fino i supporti a 1,0440. L’inversione del mercato ha poi svilito il setup fino a ricondurci alle resistenze in area 1,0480 senza però tuttavia testare i massimi relativi di 1,0890. Questo potrebbe indurci a pensare ad un momentum non così forte a favore di una debolezza strutturale che affligge il dolalro australiano, rimasto a livelli sostenuti per ora grazie ai tassi vantaggiosi di rollover buoni per operazioni di carry trade. Resta un baluardo al ribasso la media a 21 periodi sul 4 ore che se superata potrebbe farci tornare a 1,0440 per definitive rotture ribassistea ferso 1,04. Media a 21 periodi invece è la resistenza di breve prima dei massimi sopra citati.
Xau/usd
Eccezionale il movimento al ribasso dell’oro, vicini al passaggio dei nuovi contratti sui futures sottostanti il nostro CFD che provaca volatilità altissima e incremento dei volumi. Sulle scadenze tecniche abbiuamo infatti assistito a spinte clamorose al ribasso in grado di deprimere la quotazione dell1% in pochi minuti. Il movimento si è arrestato in maniera straprecisa sul supporto a 1705 per poi rimbalzare con l’ingresso dei longisti a prezzi “stracciati. Tipica perciò la formazione di una divergenza rialzista sul grafico orario per approdi verso il pivot che se nuovamente raggiunto potrebbe riportarci ad acquisti di metallo giallo fino a 1730.
USOil
Forte volatilità sul petrolio che, questa volta in scia al mercato, è arrivato sui minimi a 85,50 per poi letteralmente rimbalzare fino a 86,75. La media a 21 sul 4 ore, che ora spezza la price action, può essere rivelatrice al rialzo o al ribasso sul breakout degli ultimi massimi/minimi a 86.85 e 86,50.
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