La Cina ha tagliato le stime sul Pil al 6-6,5% dal 6,5%. L’anno scorso la crescita è stata del 6,6%, i minimi dal 1990. Allora le proteste di piazza Tiananmen avevano spinto la comunità internazionale a imporre sanzioni contro il paese. E il Pil aveva registrato un incremento del +3,9%. Il premier della seconda potenza economica al mondo ha anche annunciato un importante piano di riduzione delle tasse volto ad alimentare l’attività del settore manifatturiero, in particolare.
La volatilità ha fatto un balzo del 17% proprio in un momento di distensione della disputa commerciale sino americana. Forse perché i mercati anticipavano comunque delle incertezze a breve. L’indice VIX, che fino a venerdì scorso era assolutamente calmo, misura infatti le oscillazioni previste sull’indice S&P 500. Sul versante macro, i dati PMI del settore servizi dell’area euro sono stati incoraggianti a febbraio. È emersa infatti un’espansione dell’attività a 52,8 punti, i massimi di tre mesi.