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La recessione è già realtà in tre delle principali economie mondiali

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NEW YORK (WSI) – Tre delle dieci principali economie al mondo sono già scivolate in recessione. La situazione è talmente preoccupante che il premier britannico David Cameron ha paragonato le condizioni attuali alla crisi finanziaria del 2008, affermando che “dopo sei anni dal crash finanziario che ha messo il mondo in ginocchio, ci sono campanelli di allarme che suonano ancora nell’economia globale”.

Tre economie sembrano confermare i toni allarmistici di Cameron: Giappone, Brasile e Italia.

L’economia del Giappone è la terza principale sul pianeta e per la quarta volta in sei anni è ripiombata nell’incubo della recessione, esattamente nel corso del terzo trimestre.

Il Brasile è la settima economia del mondo, ed è in recessione ormai da mesi, con la valuta brasiliana, il real, che ha testato il minimo in nove mesi. E molta della sfiducia dei mercati è collegata allo scandalo di Petrobas. In un solo mese, le quotazioni del colosso statale di petrolio sono precipitate -35%.

C’è poi l’Italia, nona economia al mondo. Il Pil del terzo trimestre, con il suo calo -0,1%, segue la flessione nel secondo trimestre -0,2% e quella -0,1% del primo trimestre. In definitiva, la terza maggiore economia dell’Europa è in condizioni di recessione da nove mesi. Per il paese, il rapido invecchiamento della popolazione e il rapporto debito/Pil superiore al 132% rappresentano un mix micidiale.

Se queste tre sono le economie maggiori del pianeta cadute in recessione – in base alle definizioni tecniche – altri paesi presentano segnali che indicano come siano in bilico.

L’economia di Israele, per esempio, ha assisto a una contrazione del Pil per la prima volta dal 2009, dunque in più di cinque anni. Nel periodo compreso tra luglio e settembre, il Pil è sceso -0,4%; è stato il primo declino del prodotto interno lordo su base trimestrale dal calo -0,2% del primo trimestre del 2009.

Un’altra spada di Damocle pende da mesi sulla Russia, e lo stesso governo ha ammesso che si sta preprando agli effetti catastrofici di una flessione dei prezzi del petrolio. I prezzi del greggio sono scesi di quasi un terzo quest’anno, zavorrando l’economia russa, principale esportatore di energia al mondo.

Secondo alcuni rumor Putin starebbe accumulando oro, preparandosi a combattere una guerra economica globale.

E infine, l’America. A fronte di Wall Street che continua a inanellare nuovi record, il National Center on Family Homelessness ha reso noto che il numero di bambini americani senza tetto è balzato a 2,5 milioni; il che significa che approssimativamente un bambino su trenta negli Usa è homeless. (Lna)