Dopo quattro giorni di stop, a causa di un “problema” in Austria, Paese attraverso il quale passa il gas russo, la Russia ha ripreso le consegne di gas all’Italia. Lo annunciano Gazprom ed Eni. “Gazprom, in collaborazione con i compratori italiani, è riuscita a trovare una soluzione per il format di cooperazione a seguito delle ‘modifiche normative’ da parte austriaca avvenute a fine settembre e che avevano portato alla sospensione delle forniture all’Italia”, ha scritto la società in una nota. “Eni – si legge sul sito del ‘cane a sei zampe’ – informa che oggi sono ripresi i flussi di gas approvvigionati da Gazprom. La ripresa delle forniture e’ stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache”.
Cosa è successo
Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, lo sblocco sarebbe avvenuto grazie all’intervento del gruppo guidato da Claudio Descalzi, che avrebbe versato la garanzia da 20 milioni di euro prevista dalla nuova normativa austriaca, che disciplina il passaggio di gas attraverso le proprie infrastrutture. Così aveva spiegato il 3 ottobre scorso il ceo di Eni Descalzi:
“Il problema non è di ordine geopolitico ma è dovuto al fatto che per il gas portato si dovrebbe dare una garanzia in funzione del passaggio di questo gas al trasportatore che porta il gas dall’Austria all’Italia. Diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per il passaggio. Noi stiamo vedendo come e se è possibile subentrare o al trasportatore o a Gazprom. Si parla di 20 milioni di euro di garanzie su miliardi di euro che passano quindi adesso vediamo se riusciamo a subentrare e facciamo questo sforzo. Il gas è già in Austria in questo momento il gas non è nelle mani di Gazprom, è rimasto in Austria e in Germania. Sto facendo fare una analisi di compliance ed entro questa settimana spero che questo problema possa essere risolto”.
Flussi di gas russi cruciali per l’inverno
Dunque tornano i flussi in entrata da Tarvisio (al confine tra Friuli e Austria) del metano siberiano, che attualmente rappresenta il 10% circa dell’import italiano, mentre fino al 2021 rappresentava il 40%. Forniture che si sono ridotte, ma che sono comunque necessarie per passare l’inverno in sicurezza. Gli scenari con zero gas russo sono stati ipotizzati dall’Agenzia internazionale dell’energia, secondo cui l’Europa dovrà osservare misure di risparmio “cruciali” per “mantenere le scorte a livelli adeguati fino alla fine della stagione di riscaldamento”. Lo stesso Descalzi ha osservato che “il contributo addizionale del gas russo, che speriamo ritorni, è fondamentale: 20 milioni di mc al giorno sono il 9-10% della fornitura che arriva in Italia”.