ROMA (WSI) – Uno, senza una revisione degli accordi con i creditori della troika che escludesse misure di austerity e sacrifici alla popolazione, spingeva per l’esclusione della Grecia dell’area euro, l’altro chiederà al suo popolo di votare a giugno sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Yanis Varoufakis e David Cameron non potrebbero essere figure politiche più diverse per stile e idee. Ma il professore di economia greco, ex ministro delle Finanze del governo Tsipras, ha lanciato un appello al premier britannico e al suo popolo per fare fronte comune contro l’Unione “anti democratica”.
Varoufakis, che ha appena fondato e lanciato a Berlino un movimento politico per la Democrazia in Europa (DiEM), esorta il popolo britannico a opporsi contro la “farsa dell’Ue”. L’economista ha detto al Manifesto che “se non ci muoviamo sarà la disintegrazione”, aggiungendo che ormai “la tempesta perfetta del 2015 allarma anche chi non aveva posizioni critiche sull’Unione”.
Come Cameron secondo Varoufakis, professore di economia all’Università del Texas, ad Austin, il Regno Unito non dovrebbe abbandonare l’Unione Europea ma dovrebbe impegnarsi a riformare un blocco “profondamente anti democratico” e confrontarsi con l’establishment burocratico.
“L’unica via di fuga collettiva dalla disintegrazione totale che abbiamo è quella di rimanere uniti e tentare insieme di democratizzare l’Unione Europea”.
Chiedere flessibilità come fa Renzi “non serve”
Anche se gli elettori britannici avrebbero tutti i motivi per essere contrari all’Ue come è strutturata ora, “sarebbe sbagliato pensare a un’alleanza significativa con gli Stati Uniti o la Cina come una soluzione valida alternativa”.
La soluzione, insomma, non é né “arrendersi all’establishment Ue né arrendersi alle sirene di un evento di Brexit“, bensì restare nel blocco per opporre resistenza alle élite, combattendo il nemico dall’interno. Un’uscita dall’Ue del Regno Unito darebbe un colpo pesante all’economia britannica.
Le attività commerciali ridotte e la produttività industriale più debole potrebbero frenare la crescita dello 0,5% l’anno per i prossimi 15 anni, secondo le stime di una associazione di gruppi manifatturieri europei con sede a Bruxelles, il CEEMET.
Il movimento di Varoufakis – che non è un think tank o un partito federalista europeo – non serve “come fa (Matteo) Renzi” per chiedere la concessione di non seguire le regole già esistenti, bensì per riformare le norme su debito e sistema bancario, per rilanciare gli investimenti, abbassare i tassi di povertà e risolvere il nodo migrazioni.
“È possibile lavorare all’interno delle regole, ma reinterpretandole radicalmente: (Wolfgang) Schaeuble (ministro tedesco delle Finanze) lo fa di continuo”.
Fonti: The Telegraph, Il Manifesto