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La svolta anti euro dei dissidenti del PD

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ROMA (WSI) – Una posizione così estrema contro le politiche europee e contro l’euro così com’è stato pensato non si era mai sentita nel centro sinistra italiano e nemmeno europeo, se è per quello.

Quanto espresso nelle scorse settimane da Stefano Fassina, personalità di spicco del PD e molto critico nei confronti dell’esecutivo Renzi, rappresenta un unicum nel partito. Per lui l’euro va superato.

L’aver dichiarato che la moneta unica è insostenibile se vengono meno le speranze di un cambiamento delle politiche europee, e che una dimensione democratica europea sovranazionale ha fallito rappresentano una “novità assoluta”, come la definisce Sergio Cesaratto su Micromega.

L’ex viceministro all’economia del PD ha citato inoltre la necessità di ripristinare una sovranità democratica nazionale. Anche Gianni Cuperlo, candidato dell’establishment del partito, ha evocato il mese scorso l’idea di uscire dall’area euro se le condizioni rimarranno le solite.

L’ala più a sinistra del PD, insomma, valuta seriamenti l’ipotesi e “deve costruire le condizioni per un superamento cooperativo”, per citare Fassina, di un ritorno alla Lira o un passaggio a un impianto monetario diversi da quello attuale.

Finché prevale il modello neo-mercantilista promosso e difeso a spada tratta dal governo tedesco e dalla Bundesbank, difatti, i paesi vicini faranno fatica.

La strategia – osserva Cesaratto sulle pagine della rivista bimestrale – è “tacciabile di manipolazione del cambio reale” e impoverisce i paesi più deboli come l’Italia. Da qui le polemiche frasi di Fassina, che deve essersi sentito rafforzato dalla posizione degli Usa. Le sue critiche fanno infatti eco alle dichiarazioni del segretario del Tesoro Usa, che peraltro non sono cosa nuova “visto che cominciarono nei primi anni 1950 proseguendo sino alla famosa teoria delle locomotive di fine Anni 70.

Quanto al discorso delicato della sovranità nazionale, in una lettera al Corriere della Sera Fassina parla di un “arretramento storico di un sogno”, lanciando indirettamente un appello per un coordinamento dei movimenti di sinistra contro un’Europa siffatta.

Secondo Fassina il superamento dell’euro non avverrà per l’uscita unilaterale e ‘a freddo’ di uno o più paesi. “Un superamento dell’euro, se avverrà, sarà il combinato disposto di una serie di eventi che culmineranno nel venir meno dei presupposti politici della moneta unica”.

Per Micromega il pensiero di Fassina rappresenta un’importante novità a sinistra, che avrebbe “bisogno di un pensiero forte, l’opposto del mélange di pensiero politico ed economico debole, utopismo europeista e movimentismo che ha contraddistinto le poco convincenti recenti esperienze elettorali” della fazione progressista.

Fonte: Micromega

(DaC)