ROMA (WSI) – Si chiama OneCoin ed è una criptomoneta virtuale che viene spacciata come il nuovo Bitcoin ma altro non sarebbe che una truffa vera e propria, uno schema Ponzi a livello planetario come ha rivelato l’Antitrust.
Ma cos’è il OneCoin? Da non confondere con il Bitcoin, la moneta virtuale che genera valore ed è immediatamente convertibile in euro, OneCoin in realtà non esiste, in esso manca un codice sorgente opensource e la blockchain aperta, caratteristiche che permettono ai gestori del OneCoin, la società OnCoin Ltd, di controllare direttamente le transazioni che effettuano gli utenti variando il valore nominale della moneta elettronica, deprezzandolo o gonfiandolo a proprio piacimento.mA differenza del Bitcoin inoltre OneCoin non è convertibile né in altre criptomonete né può essere scambiato né tantomeno speso.
Come funziona
Da 700 euro di pensione al mese a oltre 20mila a settimana anche 90mila: queste le cifre che alcune persone hanno riportato durante uno dei tanti incontri che negli ultimi anni si ripetono in ogni angolo del mondo e che hanno un solo scopo, ossia far aderire più persone possibile allo schema OneCoin.
Una vicenda che ha i contorni di una truffa bella e buona e che ha fatto proseliti in tutto il mondo, dai pensionati ai disoccupati, che partecipano ai meeting e vengano raggirati con filmati e testimonianze falsi in cui si enfatizza la criptomoneta. Punto di forza dei fautori del Onecoin è che la moneta combatterebbe la dittatura delle banche facendo sì che i risparmi siano al sicuro.
I promotori promettono guadagni anche del 5.000% e con un investimento iniziale di 130 euro -la soglia minima di ingresso – in meno di due mesi. I ritorni promessi sono accresciuti da quante più persone il nuovo aderente riesce ad attrarre nel giro. Tutti guadagni virtuali mentre gli unici soldi reali sono quelli che finiscono nelle casse della OneCoin Ltd.
Cosa fa allora chi li acquista? Aspetta che la società gestore dia via libera alla convertibilità. Quando? La data è top secret.
Il monito inascoltato dell’Antitrust
Ma come si arricchiscono i promotori? Lo schema di truffa è piramidale come scrive nero su bianco l’Antitrust italiana, l’unica finora ad essere intervenuta per la prima volta a dicembre scorso.
“La parte più consistente degli introiti (per i, ndr) professionisti derivi non solo dall’acquisto della moneta virtuale in questione, quanto piuttosto dal pagamento delle quote che i consumatori sono chiamati a versare nel momento dell’adesione al sistema, i quali a loro volta, per raggiungere l’obiettivo, sembrano essere tenuti a reclutare altri consumatori, generando ricavi considerevoli per la società One Network Services Ltd.; modalità queste, che appaiono riprodurre le dinamiche tipiche delle vendite piramidali”.
Da qui l’intimazione a sospendere ogni attività diretta a promuovere e diffondere la criptomoneta e i pacchetti di formazione collegati. Tuttavia come risulta dalle perquisizioni dei Carabinieri avvenute circa un mese dopo né le attività sono state sospese né tantomeno gli incontri e la One Life Network Ltd, responsabile per la vendita della criptomoneta in Italia, continua indisturbata nelle sue attività.
Da qui l’Autorità ha adottato una nuova delibera che se verrà nuovamente disapplicata comporterà l’applicazione di una pena pecuniaria da 10mila a 5milioni di euro. La storia continua.