NEW YORK (WSI) – Dopo le carni rosse, l’Organizzazione Mondiale della sanità fa un passo indietro, affermando che il caffè non provoca il cancro. L’annuncio era stato dato lo scorso ottobre 2015: dopo le carni rosse sarebbe toccato al caffè.
Quando l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, massima autorità in materia di studio degli agenti cancerogeni che fa parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), aveva inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro negli uomini, aveva anche anticipato che sarebbe seguita una nuova monografia dedicata a “caffè, matè e altre bibite molto calde”.
Ora la comunicazione che il caffè non provoca il cancro:
“Il caffè è stato assolto dall’accusa di favorire l’insorgenza di un tumore – rivela Alessandra Tavani, capo del Laboratorio di Epidemiologia delle Malattie Croniche al Mario Negri e membro dell’attuale commissione Iarc sulla monografia del caffè –. Era stato inserito fra i possibili cancerogeni (catalogato nel gruppo come 2b) negli anni Novanta perché si sospettava un legame con il cancro della vescica. Ma dopo l’attuale riesame di circa 500 diverse indagini, effettuata da parte di una commissione composta ventina di esperti internazionali, il caffè viene ‘declassato’ alla categoria 3 della classificazione Iarc, quella per la quale non sussistono evidenze di rischio cancerogeno”.
Non solo viene meno il sospetto cancerogeno, ma addirittura diverse analisi condotte in anni più recenti hanno persino reso noto un possibile effetto protettivo nei confronti di diverse forme di tumore, come quelle di endometrio e fegato. Insomma, il caffé non è nemico, ma addirittura alleato della nostra salute sempre che non si esageri. Tre o quattro tazzine al giorno sono considerate accettabili.