Mentre sale il rischio di una guerra commerciale tra Europe e Stati Uniti, dopo l’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump, il presidente della Bce Christine Lagarde, in un’intervista pubblicata oggi sul Financial Times, spiega quella che a suo dire sarebbe la migliore risposta all’innalzamento dei muri da parte del prossimo inquilino della Casa Bianca.
Collaborazione con gli Stati Uniti
Il numero uno della Banca centrale europeo ha messo in evidenza che l’Europa non dovrebbe reagire con ritorsioni, ma piuttosto cercare di negoziare e stabilire relazioni commerciali più forti, ad esempio aumentando gli acquisti di beni statunitensi come il gas naturale liquefatto e attrezzature per la difesa. Secondo Lagarde, una risposta aggressiva potrebbe innescare un ciclo di contro-ritorsioni dannoso per entrambe le parti.
“È fondamentale che l’Europa adotti un approccio pragmatico e costruttivo”, ha spiegato Lagarde, evidenziando la necessità di evitare una guerra commerciale che potrebbe avere ripercussioni devastanti sulla crescita economica globale.
Durante la campagna elettorale Donald Trump ha promesso l’introduzione di barriere doganali con aliquote fino al 60% per difendere i prodotti “made in Usa” dalla concorrenza internazionale e soprattutto europea e cinese. E che dalle parole si arriverà presto ai fatti, lo dimostrano le dichiarazione fatte qualche giorno fa dal tycoon che ha spiegato che, nel giorno dei suo insediamento, firmerà il suo primo ordine esecutivo per aumentare le tariffe di Messico, Canada e Cina.
No a reazioni aggressive
Tornando all’intervista al quotidiano britannico, Lagarde ha messo in guardia contro le conseguenze di una reazione aggressiva da parte dell’Europa.
“Rispondere con ritorsioni non farà altro che aggravare la situazione”, ha dichiarato, suggerendo che l’Unione Europea dovrebbe cercare di stabilire relazioni commerciali più forti con gli Stati Uniti, ad esempio aumentando gli acquisti di beni statunitensi come il gas naturale liquefatto e le attrezzature per la difesa. “Dobbiamo trovare modi per collaborare piuttosto che confrontarci”, ha aggiunto, evidenziando l’importanza di un dialogo aperto e costruttivo.
Lagarde ha anche avvertito che una “guerra commerciale su vasta scala” non è nell’interesse di nessuno. “Le politiche protezionistiche possono sembrare allettanti nel breve termine, ma a lungo termine danneggiano tutti”, ha sottolineato.
La presidente della BCE ha messo in discussione la logica dietro tali politiche, citando la contraddizione intrinseca nel tentativo di “rendere grande l’America” mentre si assiste a una diminuzione della domanda globale. Secondo Lagarde, è essenziale sviluppare una strategia economica più coordinata e lungimirante per affrontare le sfide future.
Tecnologie emergenti
Un altro tema cruciale sollevato nell’intervista riguarda il ritardo dell’Europa nelle tecnologie emergenti. Lagarde ha affermato che se il Vecchio Continente non investe “adeguatamente in innovazione, rischiamo di compromettere il nostro modello economico e sociale”. Da qui la successiva esortazione ai governi europei a intensificare gli sforzi per stimolare l’innovazione e garantire che l’Europa non rimanga indietro rispetto ad altre regioni nel contesto della transizione tecnologica.
Inflazione
Infine, uno sguardo ai prezzi. “Dobbiamo essere proattivi e investire nel futuro”, ha dichiarato con fermezza. In merito alla situazione attuale dell’inflazione nell’Eurozona, Lagarde ha riconosciuto che le stime sono state riviste al rialzo. Ha avvertito che il percorso verso la stabilità dei prezzi sarà “accidentato”, suggerendo che la BCE dovrà affrontare sfide significative nel gestire la politica monetaria nei prossimi mesi.
“Il nostro impegno a mantenere la stabilità dei prezzi resta fermo, ma dobbiamo essere pronti a reagire alle condizioni economiche globali in evoluzione”, ha concluso.
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