Economia

Lagarde non esclude recessione dell’Eurozona nel 2023, ma avanti con rialzo tassi

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Il 2023 “sarà sicuramente un anno difficile per la zona euro, molto probabilmente con il primo trimestre a crescita negativa dato che riteniamo che anche il quarto trimestre del 2022 sarà negativo”. Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde, nell’audizione in corso all’Europarlamento, aggiungendo che “le proiezioni di crescita ipotizzano ancora che il 2023 sarà positivo dello 0,9%, ma nello scenario al ribasso si prevede una recessione dello 0,9%“.  Lagarde ha poi detto che il livello di incertezza è molto elevato, riguarda anche la risposta di bilancio degli Stati, per questo è difficile prevedere quale sarà il vero risultato nel 2023. Quattro le ragioni alla base di uno scenario grigio per l’economia di Eurolandia:

  • l’elevata inflazione che sta frenando la spesa e la produzione in tutta l’economia, un “vento contrario” rafforzato dalle interruzioni dell’approvvigionamento di gas;
  • la forte domanda di servizi che sta perdendo vigore;
  • l’indebolimento della domanda mondiale;
  • l’incertezza elevata, come dimostra il calo della fiducia delle famiglie e delle imprese.

Le parole di Lagarde

Lagarde ha fornito anche una breve panoramica delle prospettive economiche sottolineando che l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,8% nel secondo trimestre del 2022 – “principalmente a causa della forte spesa dei consumatori per i servizi con la riapertura dell’economia” – ma prevedendo un sostanziale rallentamento dell’attività nei prossimi trimestri. “Questi sviluppi hanno portato a una revisione al ribasso delle ultime proiezioni del personale per la crescita economica per il resto dell’anno in corso e per tutto il 2023. Il personale ora prevede che l’economia crescerà del 3,1 per cento nel 2022, dello 0,9 per cento nel 2023 e dell’1,9 per cento nel 2024″, ha dichiarato Lagarde.

Se la crescita arranca, l’inflazione “rimane troppo alta ed è probabile che rimanga al di sopra del nostro obiettivo per un lungo periodo” ha spiegato Lagarde, aggiungendo quanto alle proiezioni di base sull’inflazione, che la Bce le ha riviste in modo significativo al rialzo: l’inflazione annuale dovrebbe ora attestarsi all’8,1% nel 2022, al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024. “I rischi per le prospettive inflazionistiche sono principalmente al rialzo, riflettendo principalmente la possibilità di ulteriori importanti interruzioni nell’approvvigionamento energetico. Sebbene questi fattori di rischio siano gli stessi per la crescita, il loro effetto sarebbe l’opposto: aumenterebbero l’inflazione ma ridurrebbero la crescita”, ha spiegato.

Verso nuovi rialzi dei tassi della Bce

In presenza di un’inflazione che non smette di mordere, la politica monetaria della Banca Centrale Europea è destinata a restare restrittiva. “Prevediamo di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi incontri per smorzare la domanda e prevenire il rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione. Valuteremo regolarmente il nostro percorso politico alla luce delle informazioni in arrivo e dell’evoluzione delle prospettive di inflazione. Le nostre future decisioni sui tassi ufficiali continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio riunione per riunione” ha concluso Lagarde.

Il Consiglio direttivo della Bce nell’ultimo mese ha già deciso di aumentare i tre tassi di interesse chiave della Bce di 75 punti base, in aggiunta all’aumento di 50 punti base annunciato a luglio. Secondo le stime di Goldman Sachs, nelle prossimi due riunioni, ovvero quella di ottobre e dicembre, l’istituto di Francoforte alzerà il costo del denaro ogni volta di  75 punti punti base.