Investimenti

L’analista finanziario tra digitalizzazione e sostenibilità

La figura dell’analista finanziario è cambiata nel corso degli anni e continuerà a cambiare. Il neo presidente dell’Aiaf Pietro Poletto ci racconta come

Da sempre l’Aiaf, l’Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria rappresenta un punto di riferimento per chi si occupa di mercati finanziari o di bilanci aziendali. Da qualche settimana i 1.000 soci hanno eletto alla presidenza Pietro Poletto, attualmente vicepresidente di Vorvel Sim, membro del cda di AcomeA e con un lungo trascorso in Borsa Italiana. Lo abbiamo incontrato a Milano per capire come sta evolvendo la professione di analista finanziario alle prese con una sempre maggiore digitalizzazione dei mercati e le nuove norme legate alla sostenibilità.

Siete stato eletto presidente Aiaf da qualche settimana. Quali saranno le vostre prime mosse?

Abbiamo vinto con un risultato significativo, grazie ad un programma chiaro e credibile e ad un nuovo consiglio direttivo ricco di professionalità e competenze trasversali che vuole mettersi a disposizione degli associati con spirito di servizio e con un approccio propositivo ed inclusivo. Vogliamo stimolare la crescita dei nuovi soci grazie ad una comunicazione digitale mirata e a programmi di fidelizzazione. Il ribilanciamento di genere della base soci, grazie ad iniziative mirate quali “Woman In Aiaf” e l’allargamento territoriale, sono alcune delle nostre prime iniziative, al quale si affianca la volontà di valorizzare la scuola di formazione, con i nostri corsi con certificazione europea, unici in Italia.

In mercati finanziari sempre più digitalizzati come è mutato il ruolo dell’analista?

L’analista finanziario è una figura professionale trasversale in continua evoluzione che deve governare i cambiamenti in atto, sia di natura normativa sia di natura tecnologica applicata allo sviluppo dei mercati. In questo ambito l’analista deve avere un approccio propositivo, cercando di anticipare i nuovi trend e mantenendo al contempo un elevato standard qualitativo nella promozione e divulgazione della cultura finanziaria. Uno dei temi principali al momento è come cambierà il suo ruolo con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Aiaf ha creato da tempo un gruppo di lavoro, il Cra (Centro per la Ricerca sugli Algoritmi, ndr), per fornire strumenti di analisi dove le nuove tecnologie possono generare sia opportunità di cambiamento sia nuovi potenziali rischi da monitorare e gestire.

Quali sono le novità normative che potrebbero incidere sulla professione di analista finanziario?

L’introduzione della normativa Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive) incrementerà il numero di aziende obbligate a redigere un bilancio di sostenibilità. Si stima di passare dalle attuali 200 imprese ad oltre 5.000 nei prossimi anni. La rendicontazione dovrà attenersi ai regolamenti europei, in particolare agli standard Esrs (European Sustainability Reporting Standards), redatti da Efrag (l’organismo di Advisory della Commissione Europea nel campo del reporting aziendale) che renderanno obbligatorio sottoporre il bilancio di sostenibilità a revisione. È chiaro che tutte queste novità richiederanno all’analista un ulteriore sforzo di formazione e Aiaf, con la sua Financial School, rappresenta un punto di riferimento.

Sostenibilità e bilancio sociale richiedono nuove competenze per gli analisti. State facendo dei corsi di formazione su questi temi?

Riteniamo che il ruolo degli analisti sia essenziale per l’integrazione delle tematiche Esg nell’analisi finanziaria e la valutazione delle imprese in merito al profilo di rischio, alla governance e alle dinamiche di business. L’introduzione del bilancio di sostenibilità e del principio di doppia materialità richiederanno una nuova serie di competenze. Aiaf, insieme ad Effas (la federazione europea delle società degli analisti) ha raggiunto un accorto con Efrag, per adeguare il suo corso Cesga (Certified European Esg Analyst), ai principi Esrs. A partire dall’ottobre 2024, il Cesga 4.1 sarà accreditato Efrag e il rilascio del diploma certificherà la conoscenza dei criteri Esrs necessari a redigere, comprendere, revisionare e certificare i bilanci di sostenibilità.

Cosa si sente di consigliare ad un giovane neo laureato che si avvicina alla professione di analista? Meglio in banca o nelle aziende quotate?

Credo che i giovani che si avvicinano ai mercati debbano avere una solida formazione di base, integrata anche da corsi mirati post laurea, ma non deve mancare il genuino interesse per la conoscenza di una materia affascinante ed in continua evoluzione. La figura dell’analista è cambiata e continuerà a cambiare. I giovani devono avere la flessibilità e la disponibilità di assorbire i nuovi input che mercati sempre più veloci possono dare, cercando di avere sempre un approccio rigoroso ma anche innovativo, indipendentemente dall’azienda in cui si svolge la propria professione.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di luglio/agosto del mensile Wall Street Italia. Per abbonarti  clicca qui