Da anni ormai si parla di digital transformation (Big Data, Internet of Things, Analytics) e dei suoi numerosi vantaggi: aumenta la produttività, riduce i costi, migliora l’efficienza, riduce gli infortuni, permette una più accurata profilazione della clientela, manutenzione predittiva e, grazie ai Big Data, consente di analizzare la correlazione esistente tra fenomeni lontani.
Secondo una ricerca del CERIF (Centro di Ricerca sulle Imprese di Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) – elaborata in occasione del lancio dell’ottava edizione del premio “Di padre in figlio”, promosso da CERIF in collaborazione con Credit Suisse e KPMG, con il contributo di LCA Studio Legale, Mandarin Capital Partners, Lombard International Assurance, il supporto scientifico della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi – l’introduzione dei processi di digitalizzazione vanta anche un ulteriore beneficio: aiuta e favorisce il passaggio generazionale che avviene dal senior al junior.
Analizzando infatti i casi e i dati di un centinaio di aziende è emerso come nel 28% dei casi il senior, consapevole dei propri limiti, lasci spazio allo junior e gli affidi l’introduzione e la successiva implementazione della trasformazione digitale da sviluppare in azienda. Avviene così un passaggio generazionale duplice: uno a livello di guida aziendale, da padre a figlio o da madre a figlia; uno a livello operativo, da azienda tradizionale ad azienda digitale (in alcuni casi una vera e propria Industry 4.0).
“É ormai innegabile il ruolo e l’impatto che al giorno d’oggi le nuove tecnologie hanno sulle modalità di fare impresa. – specifica l’avvocato Marina Rosito di LCA Studio Legale – La rivoluzione digitale implica non solo la possibilità di avere un mondo interconnesso e di raggiungere i propri clienti sparsi per il mondo in tempo reale, ma ha altresì rivoluzionato l’idea stessa di fare business. Tale rivoluzione costituisce un cambiamento epocale che ha interessato in particolare gli ultimi 10/15 anni. È poi chiaramente evidente come, anche solo da un punto di vista meramente anagrafico, l’approccio delle nuove generazioni sia più propenso e adatto ad accogliere le nuove sfide e le nuove sensibilità richieste dall’incalzante evoluzione tecnologica in atto. Proprio questo differente approccio costituisce, in molti casi, un elemento centrale che consente alle nuove generazioni – i figli e, a volte, i nipoti – di fornire un contributo centrale per la stessa sopravvivenza di imprese che operano da lunghi decenni sul mercato.”
Il passaggio generazionale che favorisce la digital transformation , spiega il CERIF, avviene secondo la forma di un passaggio generazionale “dinamico”, in quanto il senior lascia allo junior una responsabilità limitata di un determinato aspetto aziendale (in questo caso la digital transformation) o extra-aziendale e, una volta che lo junior si dimostra all’altezza e meritevole di fiducia, il senior gli affida guida e governance aziendale. Un’altra statistica del CERIF indica infatti la ragione della relativa alta diffusione di passaggi generazionale guidati dalla digital transformation: il 90% dei senior coinvolti in questo tipi di passaggi ammette che non avrebbe lasciato l’azienda nelle mani dei figli e di aver rivisto le proprie posizioni grazie alla responsabilità e passione che hanno dimostrato proprio sul tema dell’introduzione del digitale.
Secondo il Cerif, la digital transformation aiuta a risolvere, oltre al passaggio generazionale, un altro problema tipico delle imprese di famiglia: l’attrazione dei talenti e la capacità di retention. E’ stato infatti osservato come, nelle aziende che hanno operato una trasformazione digitale, siano maggiormente presenti manager e key people esterne alla famiglia rispetto alle aziende tradizionali o che non hanno ancora affrontato il passaggio al digitale.