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Laureati guadagnano 45% in più dei non laureati: lo studio di JobPricing

Investire in istruzione superiore continua a rivelarsi una scelta vincente visto che un livello di studio più alto si traduce in migliori opportunità di occupazione e carriera. In numeri i laureati ricevono una retribuzione media del 45% superiore rispetto ai non laureati, pari a circa 13.000 euro di differenza sulla Retribuzione Annua Lorda (RAL).

E’ l’Osservatorio JobPricing a presentare la nona edizione dell’University Report, un rapporto annuale che offre un’analisi approfondita dell’impatto dell’istruzione terziaria sulle prospettive occupazionali e retributive dei laureati italiani confermando l’importanza cruciale dell’istruzione superiore in un mercato del lavoro sempre più competitivo.

Andrea Anselmi, Consultant di JobPricing commenta così:

“Il report di quest’anno ribadisce ancora una volta l’importanza di investire il proprio tempo e il proprio denaro in un percorso di formazione universitaria. I dati parlano chiaro: chi ottiene questo titolo di studio riesce a trovare lavoro più facilmente, più velocemente e può arrivare a ricoprire posizioni di responsabilità in azienda, percependo di conseguenza anche retribuzioni mediamente più elevate rispetto a chi si ferma alla sola scuola dell’obbligo. Avere un’istruzione elevata riflette i propri benefici non solo a livello individuale, ma anche collettivo: una società composta da persone con un titolo di studio superiore aumenta la propria produttività, il proprio benessere e la propria coesione, riducendo anche le differenze sociali ed economiche al proprio interno. È importante che, chi si trova a dover scegliere se intraprendere un percorso universitario, abbia una chiara panoramica sull’evoluzione del mercato del lavoro e su quali aree disciplinari presentino la maggior domanda professionale, andando quindi a colmare quel mismatch presente tra i profili che entrano nel mondo del lavoro e quelli invece maggiormente richiesti (in primis quelli relativi all’area delle discipline STEM).”

Investire in istruzione: i vantaggi

Secondo il report,  dedicare il proprio tempo all’istruzione dovrebbe garantire un più agevole accesso al mercato del lavoro. Un’istruzione superiore consente di allineare maggiormente le proprie competenze a quelle richieste nel mercato. Anche nei casi in cui le competenze non corrispondano esattamente a quelle ricercate, si è tendenzialmente facilitati nei processi di formazione e aggiornamento in azienda. Questo è evidente osservando alcuni dei principali indicatori del mercato del lavoro. Sebbene l’Italia presenti  elevati livelli di disoccupazione (7,8%), in miglioramento rispetto al 2022, quando il tasso era del 8,2%, coloro i quali possiedono titoli di studio superiori mostrano tassi di occupazione più elevati (81,6%) e livelli di disoccupazione (3,9%) e inattività (15%) inferiori, per tutte le fasce di età.

Un livello di istruzione più elevato aumenta le probabilità di mantenere l’occupazione anche durante periodi di crisi economica. Analizzando le variazioni percentuali nei tassi di occupazione, disoccupazione e inattività tra il 2022 e il 2023.

Quali Università promettono lauti stipendi

Il report 2024 evidenzia marcate differenze regionali e tra gli atenei. Le università del Nord Italia e gli istituti privati come il Politecnico di Milano e l’Università Commerciale Luigi Bocconi offrono maggiori prospettive di guadagno rispetto a quelle del Sud. Ad esempio, i laureati del Politecnico di Milano guadagnano in media il 17.6% in più rispetto ai laureati dell’Università degli Studi di Cagliari.

L’Università Commerciale Luigi Bocconi si distingue in particolare per avere la percentuale più alta di dirigenti (18%) tra i suoi laureati, seguita da quadri (34%) e impiegati (49%). Questo riflette l’elevata retribuzione iniziale media dei laureati della Bocconi (38.390 euro per i 25-34 anni) e la forte presenza dei suoi laureati in ruoli di leadership e management, coerentemente con la reputazione dell’istituto per la formazione in business e management. Entrambi i Politecnici (Milano e Torino) mostrano una solida distribuzione tra quadri e impiegati, con una percentuale significativa di laureati che occupano ruoli tecnici e di gestione. Il Politecnico di Milano ha il 9% dei suoi laureati come dirigenti, il 22% come quadri e il 69% come impiegati. Similmente, il Politecnico di Torino ha il 7% dei dirigenti, il 21% dei quadri e il 72% degli impiegati.

Quali lauree sono più remunerative

Il report infine conferma come le discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) siano ancora una volta le più remunerative. I laureati in queste aree non solo godono di salari più elevati di circa il 4% rispetto alla media, ma anche di una maggiore stabilità occupazionale.

Questo riflette una domanda crescente di competenze tecniche e digitali nel mercato del lavoro moderno che premia chi ha
investito in una formazione specializzata in questi settori.

Un ulteriore aspetto analizzato nel report è il tempo di recupero dell’investimento in istruzione misurato dal University Payback Index. Questo indice calcola in quanti anni in media uno studente riesce a recuperare l’investimento effettuato per la propria istruzione terziaria,
comprensivo di tasse universitarie, materiale didattico, alloggi e altri costi associati. Gli atenei del Nord e quelli privati mostrano tempi di recupero significativamente più brevi confermando la loro superiorità non solo in termini di retribuzione iniziale ma anche di velocità nel ritorno dell’investimento.