ROMA (WSI) – “Il nostro presidente del consiglio credo che abbia un po’ troppo in mente il modello della Thatcher”. A dirlo è Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, intervenuta a Milano durante l’inaugurazione della nuova sede regionale del sindacato.
“Mi pare – spiega Camusso – che il premier abbia un’idea che è quella delle politiche liberiste estreme” secondo le quali “la riduzione delle condizioni dei lavoratori sia lo strumento che permette di competere e non, invece, un’idea assolutamente fondamentale che è quella di creare lavoro di qualità, di procedere all’innovazione, spingere in ricerca”. Secondo il segretario generale della Cgil, il ricordo della Lady di Ferro è “nel rovesciamento dei fattori” tipico della “stagione del liberismo le cui conseguenza l’Europa le paga tuttora”. Camusso aggiunge che “le politiche della austerità e del rigore non ha risolto la crisi in nessun paese”.
”Non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l’articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori – ha detto la Camusso – La sfida che lanciamo noi – ha detto – è fatta dall’idea che si può fare lo statuto dei lavoratori, ma bisogna fare sì che tutti abbiano gli stessi diritti con contratti a tempo indeterminato”.
Il video di Matteo Renzi su YouTube, con la risposta alle accuse di Susanna Camusso:
Scontro tra il premier, Matteo Renzi, e i sindacati sul lavoro e, in particolare, l’art.18. “A quei sindacati che vogliono contestarci” io “chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi precario” perché “si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente”. “Sono i diritti di chi non ha diritti quello che ci interessa: li difenderemo in modo concreto e serio”, dice Renzi in un video. “Non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico”, “non vogliamo il mercato del lavoro di Margareth Thatcher – replica alla Cgil – ma un mercato del lavoro giusto”, con “cittadini tutti uguali”.
La Fiom anticipa al 18 ottobre la manifestazione nazionale – “Il contratto a tutele progressive è una presa per il c… se alla fine le tutele vengono cancellate”, dice il segretario generale delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini. “Lo dice la parola stessa: se vuoi dare tutele progressive a tutti alla fine ci devono essere più tutele per tutti”, ha aggiunto. ”Cancellare la reintegra in caso di licenziamento ingiusto, sostituendola con un po’ di soldi – ha aggiunto Landini – è una follia pura ed è contro i principi della nostra Costituzione. Lo Statuto dei lavoratori ha significato far entrare la Costituzione nelle fabbriche: perché il lavoro è un diritto e uno deve avere la dignità di poterlo fare, senza essere licenziato per le idee che ha, o perché fa il sindacalista, o per il sesso che ha ecc”.
[ARTICLEIMAGE] ”Dire che in Europa l’art. 18 non c’è è un’altra sciocchezza” secondo Landini. ”La cosa vera è che il Governo sta cedendo ad un ricatto” e continua a ”non affrontare il vero problema del Paese. Non è che le imprese non assumono perché c’è l’art. 18: non assumono perché non hanno da lavorare, e di questo si dovrebbe preoccupare il Governo”. Il sindacato ha quindi deciso di anticipare la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato. Un’accelerazione in risposta alla decisioni che, secondo il sindacato, impatterebbero sull’articolo 18. Le modalità della mobilitazione, che si svolgerà a Roma, verranno definite a breve. Resta il pacchetto di 8 ore di sciopero.
Bersani,da noi molti emendamenti,sarà battaglia – Sul lavoro “saranno presentati molti emendamenti, non solo sul reintegro in caso di licenziamento ingiusto, perché se l’interpretazione è quella sentita da Sacconi e altri,allora non ci siamo proprio. Andiamo ad aggiungere alle norme che danno precarietà ulteriore precarietà, andiamo a frantumare i diritti, non solo l’art.18 e allora sarà battaglia”, afferma l’ex segretario del Pd
Delrio, no a ultimatum e posizioni ideologiche – “Le discussioni aiutano a migliorarsi, l’importante è che non ci siano ultimatum o posizioni ideologiche. Abbiamo tutti l’ambizione di non ridurre i diritti e creare posti di lavoro”. Lo dice Graziano Delrio a margine della manifestazione Atreju commentando le polemiche sulla riforma del lavoro provenienti soprattutto dalla minoranza Pd.