Economia

Lavoro Usa: indici da tenere d’occhio sono quelli più ignorati

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Cresce l’attesa per la pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti nel mese di aprile, che saranno pubblicato oggi da dipartimento del lavoro. Secondo le stime degli analisti sentiti dal Wall Street Journal, lo scorso mese l’economia americana ha creato 195.000 nuovi posti di lavoro con un calo della disoccupazione al 4% per la prima volta dal dicembre 2000.

Se tali numeri si rivelassero veritieri, si tratterebbe di una conferma che l’andamento deludente di marzo (+ i 103.000 posti) era solo temporaneo. Al contrario una nuova delusione – spiegano gli esperti sentiti dal Wall Street Journal – potrebbe suggerire che quella in atto è invece una tendenza.

Ricordiamo che il tasso di disoccupazione è bloccato al 4,1% da ottobre, un tasso che si colloca ai minimi di 17 anni. Si tratta di una percentuale inferiore  all’intervallo tra il 4,3% e il 4,7% che la Federal Reserve considera come la media di lungo periodo dell’economia. La Fed prevede inoltre che la disoccupazione scenderà ulteriormente al 3,8% entro fine anno.

 

Fari puntati su salari e sottooccupati

Ma c’è un altro indice che sta scendendo ai minimi pluriennali e che troppo spesso passa in secondo piano sebbene sia molto importante per decifrare lo stato di salute del mercato del lavoro americano. Si tratta del gap tra il tasso di disoccupazione e l’indice di sotto occupazione che tiene conto anche dei lavoratori scoraggiati, ossia coloro i quali vorrebbero condizioni di lavoro migliori.

Il fatto che sia ai minimi dalla crisi finanziaria ci dice, secondo gli analisti di Citigroup, che l’inflazione dei salari dovrebbe continuare ad aumentare. Si sta rivelando veritiera – spiega a Business Insider Tobias Lekvoich, chief US equity strategist della banca – “la versione di diverse aziende Usa secondo cui è diventato più difficile trovare i lavoratori più capaci – e che sta diventando più caro assumerli”.

Fari puntati dunque anche sui salari, un buon indicatore per l’inflazione. Il mercato si aspetta un aumento dei guadagni orari medi dello 0,2% il mese scorso dopo lo 0,3% in marzo. Su  base annua l’incremento dovrebbe attestarsi al  2,7 percento.

In attesa dei dati, il dollaro si mantiene stabile sul Forex contro un paniere di valute, avendo lasciato il massimo dei quattro mesi su prese di profitto e in attesa di vedere se il dato sull’occupazione costituirà un’altra occasione per un’altra spinta al rialzo o meno.

“Qualunque rallentamento nel ritmo della crescita dei salari dovrebbe ridare impulso alle posizioni ribassiste sul dollaro”, dice Christopher Wong di Maybank.

Il rapporto Adp, pubblicato mercoledì e considerato un prodromo del dato sui ‘non-farm payroll’, ha mostrato che nel settore privato Usa sono stati creati 204.000 posti di lavoro ad aprile, il minore incremento mensile registrato dallo scorso novembre. Il dato è comunque risultato superiore alle attese degli analisti per un aumento di 200.000 posti di lavoro privati, ma la rilevazione di marzo ha subìto una revisione al ribasso.