Il Portogallo, noto per il suo regime fiscale per i non-habitual residents, è stato a lungo una meta ambita per stranieri provenienti da ogni parte del mondo, inclusi molti italiani, in cerca di benefici fiscali all’estero. A seguito dell’annuncio dell’imminente abolizione del regime portoghese, altri Stati europei come l’Italia, Cipro, la Grecia e la Spagna – che hanno da tempo consolidato eccellenti regimi fiscali di favore – emergono come destinazioni ancor più allettanti per lavoratori, investitori esteri, nomadi digitali e clientela private. Gli stati di storica emigrazione per i vantaggi di natura fiscale come Monaco, Dubai e Bahamas, hanno perso parte della loro attrattività: sono infatti considerati “paradisi fiscali”, spesso classificati “black list” dalle autorità fiscali, con potenziali effetti negativi di natura tributaria e reputazionale.
Il consolidamento di vantaggiosi regimi fiscali in Europa, primi fra tutti quelli offerti dall’Italia, seguita da Spagna, Grecia e Cipro, hanno offerto allettanti alternative “white list” a cittadini stranieri e italiani, dopo anni trascorsi in Portogallo o all’estero.
I vantaggi fiscali dell’Italia
Da tempo l’Italia attrae il capitale umano offrendo il regime fiscale dei “lavoratori impatriati“, dedicato a lavoratori italiani e stranieri che hanno risieduto all’estero per almeno due anni. Il regime prevede il pagamento delle imposte sul 30% dei redditi di lavoro per coloro che trasferiscono la residenza in Italia entro il 31 dicembre 2023. Dal primo gennaio 2024, il beneficio spetterà al 50% e la condizione minima di residenza all’estero verrà estesa a 3 anni.
I lavoratori senza passaporto europeo potranno ottenere un visto speciale per nomadi digitali o un visto lavorativo agevolato, a seconda delle esigenze.
Un altro vantaggio offerto dall’Italia è rivolto agli investitori e clientela private, esteri e italiani, che stabiliscono la residenza in Italia per beneficiare della flat tax o regime dei neoresidenti. Il regime prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva di 100.000 euro sui redditi di fonte estera ed esenta dall’obbligo di dichiarare i beni detenuti all’estero per 15 anni. Coloro che non possiedono un passaporto europeo hanno l’opportunità di ottenere un visto investitori: uno speciale titolo di soggiorno, prioritario e agevolato, basato su un investimento nel nostro Paese.
L’Italia offre una valida alternativa anche per i pensionati italiani ed esteri che stabiliscono la residenza in determinate zone d’Italia dopo almeno 5 anni all’estero. Tali soggetti beneficiano di un’imposta sostitutiva del 7% sui redditi esteri di qualunque natura per 9 periodi d’imposta. Da ultimo, l’Italia è una giurisdizione che offre importanti opportunità di wealth planning e passaggio generazionale perché accoglie e riconoscere positivamente il trust come strumento di pianificazione patrimoniale e offre disposizioni agevolative sul passaggio generazione d’azienda come il patto di famiglia. Va ricordato che l’Italia, a differenza di molti altri Paesi europei, offre un’imposta sulle successioni e donazioni molto bassa: 4% tra discendenti e coniugi, applicabile oltre il milione di franchigia per beneficiario.
Le alternative al Portogallo
È bene ricordare che l’Italia – pur offrendo regimi fiscali particolarmente attrattivi e apprezzati – non è l’unico paese europeo che può costituire un’alternativa al Portogallo. Basti pensare che Cipro offre politiche fiscali accattivanti, consentendo esenzioni pari al 50% sui redditi di fonte lavorativa; la Grecia, similmente all’Italia, prevede sia un’interessante imposta sostitutiva sui redditi esteri sia agevolazioni per i redditi da lavoro dipendente prodotti sul territorio; la Spagna presenta un regime fiscale ad aliquota fissa pari al 24% sui redditi spagnoli, con un limite pari a 600.000 euro per non-residenti che si trasferiscono nel Paese.
di Chiara Gronchi (Studio Legale Withers)
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di dicembre del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.