Le aziende europee quest’anno sono riuscite a fare l’impensabile, ossia superare le loro colleghe statunitensi, e questo perché rafforzate da una prospettiva politica più rassicurante e da un’economia in miglioramento. Per mantenere tale performance, le aziende europee dovranno investire nelle loro attività e a tal proposito ci sono alcuni segnali particolarmente incoraggianti.
Moody’s Investors Service ha analizzato circa 770 società non finanziarie di Europa, Medio Oriente e Africa, concludendo che i loro saldi in cassa sono saliti del 6 per cento lo scorso anno arrivando a quota 974 miliardi di euro, una percentuale di entrate molto alta, il massimo raggiunto dopo la crisi finanziaria.
Un vero e proprio cuscinetto per le aziende che negli ultimi dieci anni hanno visto così alzare al massimo le loro entrate in contanti.
Un sondaggio condotto da McKinsey & Co su 2mila dirigenti in Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito, tra febbraio e marzo, ha mostrato come circa la metà degli intervistati ha dichiarato di aver risparmiato per investimenti futuri costruendo così una difesa per le crisi prossime. Ma ci sono segnali che tali aziende stanno iniziando ad utilizzare le loro riserve di contanti. A riferirlo gli ultimi acquisti nel settore manifatturiero, con una crescita per attrezzature tecnologiche e macchinari.
Secondo le stime di McKinsey gli investimenti delle imprese potrebbero tornare a livelli pre-crisi e questo perché le preoccupazioni nel panorama politico europeo si sono dissipate, vuoi per l’elezione del presidente francese Macron, vuoi per l’attesa rielezione della cancelliera Angela Merkel, vuoi per la Brexit che ha in un certo senso rafforzato i paesi a fare blocco e agire insieme. A ciò si aggiunge anche la prospettiva economica che sembra sufficientemente migliorata. E’ giunto così per le imprese il tempo di allentare la corda e iniziare a distribuire il denaro che ha accumulato.