La Bce, la Federal Reserve e le altre banche centrali stanno tenendo sotto controllo la situazione dei principali istituti di credito europeo e stanno pensando a dare dei segnali di sostegno più forte al settore bancario.
Secondo quanto riferisce l’agenzia Reuters, i funzionari delle banche centrali ritengono che le ricadute della crisi di fiducia nel Credit Suisse Group AG e il fallimento di due banche statunitensi potrebbero ripercuotersi sul sistema finanziario nel corso di questa settimana.
L’intervento delle principali banche centrali
Federal Reserve, Bce, Banca del Canada, Banca del Giappone e Banca nazionale svizzera, attraverso un comunicato congiunto, hanno annunciato ieri sera misure coordinate per rafforzare l’approvvigionamento di liquidità in dollari allo scopo di alleviare le restrizioni sui mercati di finanziamento globali e, in questo modo, aiutare a mitigarne gli effetti sull’erogazione di credito a imprese e famiglie.
Lo scopo di questo accordo ha come oggetto gli swap valutari, che permetteranno direttamente a queste banche centrali – e quindi indirettamente a tutte le banche centrali nazionali dell’Eurosistema – di provvedere ad incrementare l’offerta di operazioni di rifinanziamento in dollari a 7 giorni dall’attuale frequenza di settimanale a una cadenza quotidiana.
Le operazioni sono già iniziate da oggi e dovrebbero proseguire fino alla fine di aprile.
L’intervento si è reso necessario, perché ulteriori problemi o svendite delle banche potrebbero erodere la fiducia che i depositanti hanno nell’intero sistema bancario. Dopo il crollo delle banche statunitensi, i risparmiatori hanno trasferito fondi ad istituti più grandi, dando il via ad una fuga verso la sicurezza che mina la tenuta dell’intero settore.
L’ex ceo di Goldman Sachs Lloyd Blankfein ha spiegato che la crisi bancaria negli Stati Uniti accelererà la stretta creditizia complessiva e rallenterà l’economia statunitense. In Europa, le aziende fanno ancora affidamento principalmente sui prestiti bancari per finanziare la loro crescita, il che significa che l’economia reale è più sensibile alle banche.
Giovedì la Bce si è attenuta ai piani per un aumento dei tassi di mezzo punto per contenere l’inflazione. Ma ha sottolineato che sta monitorando le tensioni del mercato e che risponderà se necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nel blocco valutario.
I problemi di Credi Suisse
I problemi di Credit Suisse potrebbero interessare l’intero sistema finanziario. I titoli bancari statunitensi ed europei sono scesi rispettivamente del 22% e del 17% finora, mettendoli sulla buona strada per i loro maggiori cali mensili da marzo 2020, quando la crisi del Covid-19 ha scosso i mercati.
Le banche centrali di Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera tengono tutte riunioni programmate questa settimana. Nonostante l’inflazione ancora elevata, le turbolenze bancarie hanno costretto gli operatori a rivalutare rapidamente le aspettative di ulteriori aumenti dei tassi, poiché tassi di interesse eccessivamente elevati possono causare un calo della domanda di nuovi prestiti, danneggiando i profitti delle banche.
I mercati scontano solo una probabilità del 60% di un aumento dei tassi di un quarto di punto alla riunione della Fed di questa settimana, una brusca inversione di tendenza rispetto alle aspettative di un movimento più ampio di mezzo punto all’inizio di questo mese.