NEW YORK (WSI) – Ci sono cinque domande importanti da fare per sapere se il vostro consulente è preparato e sopratutto non ha perso il controllo della situazione. Karen Domato, editorialista del Wall Street Journal, ne ha parlato ieri, presentando il modo ideale per essere a conoscenza delle strategie di chi gestisce i vostri soldi e ne determina i guadagni futuri.
Innanzitutto, è giunto il momento di riequilibrare il portafoglio, vendendo asset che hanno reso molto e comprando titoli che hanno fatto male, o non è ancora l’ora? È un approccio molto semplice e coerente, basato su un’operazione di acquisto a basso costo e vendita ad un alto prezzo. I migliori consulenti non si fanno prendere dall’emotività e sanno quando è l’ora di “premere il grilletto”.
Secondo punto importante: gli Etf sono un buon investimento ma i consulenti devono dimostrare di conoscerne bene il funzionamento, i pro e i contro. Lunedì ci sono stati problemi di trading, dovuti nello specifico a degli errori di correlazione tra i valori del fondo e gli indici sottostanti.
Di solito gli ETF vengono preferiti ai fondi comuni (mutual fund) classici, ma bisogna sapere come barcamenarsi nell’universo degli Exchange-Traded-Funds. La differenza tra i due strumenti è che gli ETF scambiano come i titoli azionari, in una seduta giornaliera, mentre i fondi comuni vengono scambiati solo alla fine della giornata al valore netto dell’asset sottostante (NAV).
Terzo, bisogna chiedere al consulente se usa ordini stop-loss per limitare i rischi e se lo fa, quali usa? Quando la Borsa crolla del 13% come è successo all’S&P 500 è importante il tempismo dell’ordine di vendita.
Un’altra domanda da fare è quale fattore potrebbe spingerlo ad alterare la miscela di asset in portafoglio. È importante perché si tratta di cambiamenti fondamentali.
Quinto e ultimo quesito: cosa c’è nella sua “lista della spesa” e quando pensano di procedere con l’acquisto, ovvero a quali livelli e in quali condizioni.
Fonte: Wall Street Journal
(DaC)