Le criptovalute costano care a Kim Kardashian: multa da 1 milione di dollari. Ecco perchè
Un milione di dollari. Tanto dovrà pagare Kim Kardashian, noto personaggio televisivo statunitense e star dei social con oltre 330 milioni di follower su Instagram, alla Sec, la Securities and Exchange Commission, per non aver dichiarato i compensi per la pubblicazione di un post nel quale pubblicizzava una società di criptovalute.
La Sec, ovvero l’equivalente statunitense della Consob, ha accusato la star dei reality di aver violato le leggi federali per non aver denunciato di essere stata pagata 250 mila dollari per pubblicare un post sui token EMAX, un asset di criptovaluta offerta da EthereumMax. Il post, che conteneva l’hashtag “#ad”, includeva un collegamento al sito web di EthereumMax, che fornisce agli utenti istruzioni su come acquistare i token.
Il monito della Sec a Kardashian
Non è la prima volta che la Sec multa una celebrity per aver pubblicizzato la criptovaluta, in passato sono stati sanzionati il pugile Floyd Mayweather, il rapper DJ Khaled e l’attore Steven Seagal. Il presidente della Sec Gary Gensler ha spiegato:
“Questo caso ricorda che, quando celebrità o influencer consigliano opportunità di investimento, comprese le criptovalute, non significa che quei prodotti di investimento siano adatti a tutti gli investitori. Incoraggiamo gli investitori a considerare i potenziali rischi e le opportunità di un investimento alla luce dei propri obiettivi finanziari. Il caso Kardashian serve anche a ricordare alle celebrità e ad altri che la legge richiede loro di rivelare al pubblico quando e quanto vengono pagati per promuovere l’investimento in securities”.
Senza ammettere o negare i risultati della Sec, Kardashian, che a settembre ha lanciato un fondo di private equity, ha accettato di pagare la multa di 1,26 milioni di dollari, inclusi i circa 260 mila dollari che rappresentano il suo pagamento promozionale più interessi e una sanzione di 1 milione di dollari. La star americana che ha un patrimonio di circa 2,8 miliardi di dollari, ha anche accettato di non promuovere il settore delle criptovalute per tre anni e di collaborare con l’indagine in corso.