ROMA (WSI) – Non solo le auto made in Usa, ma adesso anche i mezzi Fiat per le nostre forze armate potrebbero essere a stelle e strisce. La Jeep – controllata assieme alla Chrysler dallo storico gruppo torinese – infatti ha ottenuto un contratto dalla Difesa, il primo dagli anni del Dopoguerra. Una piccola commessa pilota, che potrebbe aprire le porte a un affare ben più ghiotto: la sostituzione di 2700 fuoristrada Land Rover dell’Esercito.
Il sito specializzato Defensenews ha annunciato che sei Jeep sono state acquistate dal governo italiano, proprio per testarle come potenziali rimpiazzi delle 4×4 attualmente in servizio. Si tratta di una variante bellica della popolare Wrangler chiamata J8, rinforzata e potenziata in tutte le sue componenti. E sarà decisamente costosa: 631 mila per soli sei esemplari, inclusa l’assistenza tecnica durante le prove. Il bando è stato emesso nello scorso luglio e assegnato a dicembre: solo Jeep avrebbe partecipato alla gara. L’arrivo delle Jeep ha colto di sorpresa anche alcuni dei nostri vertici militari. Del programma per sostituire le Land Rover infatti non c’è traccia negli ultimi bilanci della Difesa.
E, in una stagione di tagli feroci, non sarebbe considerata una priorità. I fuoristrada, adottati a partire dalla metà degli anni Novanta, non sono stati schierati né in Iraq, né in Afghanistan, né in Libano perché non dispongono di blindature: questo ha evitato che i mezzi – usati nei Balcani e nel pattugliamento delle metropoli italiane – non subissero il logoramento delle missioni “combat”. Di sicuro, poi, l’Esercito ritiene più impellente procedere con i test della nuova versione del Lince, il veicolo tattico a prova di bomba fondamentale per la sopravvivenza dei soldati in zona di guerra. D’altro canto, per la Jeep della gestione Fiat entrare nel mercato militare italiano oggi è un passo importante.
La strategia di rilancio voluta da Sergio Marchionne punta molto alle sinergie tra la storica azienda di fuoristrada e il nostro paese. Finora la Wrangler militare J8, lanciata nel 2007, è stata scelta dalle armate egiziane ed israeliane, che la producono su licenza. In Italia il nuovo contratto è stato gestito dalla Iveco – il marchio Fiat che si occupa anche di mezzi militari – che al momento non prevede di costruirla da noi. E ribadisce che si tratta solo di una sperimentazione. Ma visto che non ci sono urgenze, né esigenze operative, forse almeno questi 631 mila euro si potevano risparmiare.
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