Il saldo dello Stato Italiano è stato pari a 13,2 miliardi di euro, con un fabbisogno di 7,1 miliardi per il mese di giugno 2023.
Lo ha reso noto ieri il Ministero dell’Economia e delle Finanze, secondo cui gli incassi sono in linea con quelli dello scorso anno. Sul saldo hanno influito la rivalutazione delle pensioni e i maggiori prelievi delle amministrazioni territoriali (Comuni, province, città metropolitane, regioni).
L’impatto della rivalutazione delle pensioni sul saldo dello Stato
La rivalutazione delle pensioni è partita quest’anno per effetto dell’adeguamento degli assegni all’inflazione 2022. L’adeguamento – secondo quanto previsto dal decreto ministeriale firmato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – è del 7,3%, ma a usufruirne in forma piena saranno solo i titolari di trattamenti fino a 4 volte il minimo Inps, che è di 525,38 euro mensili.
Grazie alla rivalutazione, quest’anno ci saranno i seguenti aumenti delle pensioni:
- 38 euro lordi per gli assegni al minimo Ins (525 euro);
- 52 euro lordi per gli assegni di 1.000 euro;
- 110 euro lordi per le pensioni da 1.500 euro;
- 260 euro lordi per gli importi di 4 mila euro.
Ciò si tradurrà per lo Stato quest’anno in un aggravio di spesa di 21,3 miliardi di euro.
Quanto vale la spesa pensionistica in Italia
In Italia la spesa pensionistica nel 2022 valeva il 15,6% del Pil, certifica il centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati dell’ultimo Documento di economia e finanza del governo.
Non solo: la spesa per le pensioni entro il 2026 è destinata a salire del 22%, a quota 65 miliardi di euro, con una conseguente spesa previdenziale a carico dello Stato di 472,4 miliardi nel 2026 e questa cifra corrisponderà al 21,1% del nostro Pil: sostanzialmente invariata rispetto al 2022, quando l’ammontare di questa voce del bilancio pubblico, pari a 406,9 miliardi, valeva il 21,3% del Pil. La spesa previdenziale scenderà leggermente al 21%, nel 2024 salirà al 21,4%, nel 2025 al 21,2% e nel 2026 al 21,1%.
Nel dettaglio, la spesa pensionistica arriverà a 317,9 miliardi nel 2023 (15,8%), a 340,7 miliardi nel 2024 (16,2%), a 350,9 miliardi nel 2025 (16,1%), a 361,8 miliardi nel 2026 (16,1%). Quest’anno avremo pertanto un aumento di 20,9 miliardi (+7,06%), l’anno prossimo di 22,7 miliardi (+71,4%), nel 2025 di 10,2 miliardi (+3%), nel 2026 di 10,9 miliardi (+3,11%).