Dopo l’articolo Banche, doppia beffa per i risparmiatori, Wall Street Italia sta ricevendo molti commenti da parte dei lettori. Ecco una selezione delle tante lettere che ci sono arrivate. Continuate a scriverci.
__________________________________________
Luca Rota, Promotore di Servizi Finanziari
e Consulente d’Investimento Professionista AssoCPA
Spett.le WSI,
oggi ho letto sulle pagine del Vostro sito l’articolo di Giuseppe Turani Banche, doppia beffa per i risparmiatori, in cui era riportata la seguente frase: “Le cose, naturalmente, non stanno proprio così. Di
solito a rimetterci è della brava gente che, magari, ha solo creduto con
troppa facilità a delle favole che svelti promotori finanziari hanno
raccontato loro”.
Durante il proseguo dell’articolo si parla solo di “Banchieri/Bancari”
ma
nessun altro riferimento al Promotore di Servizi Finanziari.
Dunque, chi leggesse l’articolo in questione sarebbe portato a credere
che
il fatto che i risparmiatori italiani abbiano sottoscritto il bond Cirio
siano stati consigliati da loro tramite alcune aziende di credito.
Per quanto riguarda le obbligazioni/azioni, colui che ha redatto
quest’articolo forse non sa che i Promotori di Servizi Finanziari
collocano
strumenti finanziari (tenendo presente esigenze, grado di rischio ed arco
temporale dell’investimento riferito ad ogni singolo Cliente) prodotti da
SGR della medesima banca (se mono mandato) o da SGR diverse (se in
rapporto
di multibrand), valutando la possibilità di utilizzare Fondi/Sicav per un
corretto Asset di ogni Cliente anziché “titoli”.
Va da se che il Promotore di Servizi Finanziari, che dovrebbe sostenere
una continua formazione professionale onde non essere considerato un
piazzista finanziario, valuta assieme al Cliente quale sia la formula per
un
investimento “su misura” in funzione del Cliente medesimo.
Altro fattore che non va dimenticato è che il Promotore di Servizi
Finanziari di solito percepisce delle “commissioni” derivanti da
sottoscrizioni/mantenimento di Fondi/Sicav, mentre praticamente non
percepisce “quasi nulla” da una sottoscrizione di “titoli puri”.
Cosa ancora più importante, va considerato che il Promotore di Servizi
Finanziari è un Libero Professionista, non vincolato a particolari budget
in
relazione a strumenti finanziari collocabili. Certo può avere dei badget
di
raccolta/commissioni ecc. ecc., ma ha anche la facoltà di scegliere
assieme
al Cliente la soluzione più idonea, magari senza l’obbligo tassativo di
collocare prodotti con commissioni.
Premesso ciò, torniamo al sistema bancario, elemento principale
dell’articolo.
In questo caso si potrebbero analizzare eventuali commissioni di
incentivo
che Filiale/Dipendente di banca otterrebbero se si collocassero maggiori
titoli, come quello presente nel Vostro articolo, ed anche se nel proporlo
si sia fatta un’analisi del Cliente e per il Cliente, valutando con lo
stesso esigenze e ricordando i rischi, confrontando rating (se esistenti)
duration e quant’altro del titolo con altri di altri emittenti, ecc. ecc..
Si potrebbe anche valutare come siano anche stati ripartiti i Bond
Argentina sulla Clientela, piuttosto che incentivi per collocare Azioni di
Enti Statali e Non quotati in Borsa in questi ultimi anni. Valutando anche
in che percentuale siano stati collocati da Promotori di Servizi
Finanziari
o da Dipendenti di Banca.
Questo pensiero è per sfatare il luogo comune che il Promotore di
Servizi
Finanziari sia un piazzista finanziario, mentre chi opera all’interno di
un
locale di un Istituto di Credito sia un Consulente Finanziario.
Ultimo pensiero, ma non meno importante, va dedicato alla tutela del
Cliente.
I Promotori di Servizi Finanziari sono soggetti a molti controlli da
parte
delle autorità preposte a tale scopo; hanno l’obbligo “morale e
professionale” di considerare le somme che il Cliente pone loro per un
corretto Asset, rispettando i parametri di cui sopra relativi al Cliente,
come se fosse tutto ciò che possiedono anche se potrebbero avere altri
fondi
in altri luoghi o forme.
Mi chiedo se i dipendenti di Banca siano
obbligati
al rispetto di tali norme.
Per quanto riguarda la tutela dei risparmiatori, vorrei solo far notare
che oggi, oltre ai tradizionali mezzi di comunicazione di massa (mass
media)
come radio, televisioni e giornali, esiste anche la possibilità di
Internet,
Phone-Mobile Banking, informazioni via SMS sul proprio cellulare, che
permette al Cliente stesso di essere informato di tutto, quindi anche di
strumenti e prodotti finanziari-assicurativi in tempo reale o quasi.
Va da se che oggi il Cliente non è più soggetto passivo nelle mani di
“svelti” Promotori di Servizi Finanziari, ma è soggetto attivo che
interagisce con il Promotore/Consulente per una migliore gestione dei
propri
risparmi.
__________________________________________
Stefano Dotti, Analista
Vorrei deludere le convinzioni del Sig. Rota poichè egli (come tutti i
promotori) è un “piazzista” di prodotti finanziari; lo dico senza alcun
senso negativo del termine, ma constatando la realtà. Per creare valore
aggiunto al cliente sui mercati finanziari occorrono anni di studi (non un
esamino di 30 domande, ma studi avanzati post universitari) e
un’applicazione quotidiana sui mercati con strumentazioni molto onerose;
tutto questo non è nemmeno nei pensieri della maggior parte dei promotori.
Non basta leggere il giornale o aver letto qualche libro di analisi tecnica
per creare valore aggiunto, che infatti non creano! Quanto ai budget di
prodotto: ce li hanno eccome! Anche i bancari per la verità ma questi almeno
non hanno lo stipendio totalmente dipendente da essi, sarà quindi un minor
conflitto, credo e non esistono norme di legge che possano eliminare questa
differenza….
__________________________________________
Massimo Peppe, Consulente
In relazione all’articolo di Turani sulle responsabilità dei promotori e
della risposta del Rota, concordo pienamente con Turani e scrivo per
difendere i piazzisti con cui il Rota sembra non voler essere confuso,
perchè i piazzisti possono piazzare “l’aspirapolvere” di qualsiasi marca e
danno un minimo di consulenza sulla cosa che vendono perchè l’hanno
conosciuta prima del cliente, mentre un promotore non può vendere prodotti
di altre banche perchè monomandatario e inoltre se al piazzista arrivano
lamentele può subito prendere aspirapolveri da altre ditte e venderli ai
clienti, mentre il promotore se cambia azienda perde tutti i clienti che
rimangono coi conti nella banca precedente, quindi sarebbe già un grande
onore per i promotori poter essere assimilati ai piazzisti, perchè nella
realtà hanno zero possibilità rispetto a loro di poter essere liberi di
crescere nel loro mestiere.
Passando poi alla ventilata professionalità di capire le esigenze del
cliente e dargli il prodotto giusto, dopo aver detto che alla fine i
prodotti sono sempre e solo della sua stessa banca, non si capisce cosa
possa capirne un promotore visto che i fondi, ad esempio sono gestiti da
altri e che la gestione è un mestiere tra i più lontani dal loro lavoro,
come un programmatore che volesse giudicare un falegname, e oltretutto non
sanno nulla di analisi dei titoli che compra il gestore ( ammesso che
possano conoscerli)e non si capisce come possano capire ad esempio quale
area geografica ha migliori potenzialità ecc…
Il promotore non è nè un consulente, perchè non conosce ciò che vende e
neppure un piazzista perchè legato ad una sola ditta che addirittura
possiede i suoi clienti, ma un impiegato dipendente retribuito a provvigione
che ha quindi come unico scopo professionale imparare il marketing, cioè
come raccontare favole ai clienti per convincerli a comprare, cioè quello
che ha detto Turani e quello che in pratica fanno in tutti i corsi di
aggiornamento di cui poi si vantano coi clienti e mettono in bellavista per
darsi un funo di immagine, mentre in realtà sono solo corsi per imparare a
vendere.
__________________________________________
Giancarlo Luongo, Promotore Finanziario
In merito all’articolo sulle responsabilità dei pf,ho letto con attenzione alcune delle risposte ed in particolare le risposte del dott Peppe e del dott Dotti;visto e considerato il regime democratico in cui viviamo, ognuno di noi è libero di esprimere le proprie opinioni,ritengo però che il gusto di alcune affermazioni sia discutibile,molto probabilmente molti pf non hanno mai fatto dei master post-universitari e non li faranno è altresì vero che molti analisti e/o consulenti con tutti i loro post in questi ultimi anni non hanno sicuramente aiutato gli investitori.
Se non erro, molti analisti o consulenti delle maggiori realtà finanziarie americane e non solo,sono incappati in denunce da parte di molteplici investitori per i loro giudizi e le loro valutazioni che avevano come unico obiettivo privilegiare il collocamento di titoli da parte delle loro aziende. Concludendo, vorrei chiedere a noi tutti di fare una riflessione su chi abbia reale titolarità a giudicare gli altri prima di aver giudicato se stesso.
__________________________________________
Stefano Dotti, Analista
Egr. Sig. Luongo quello che dice é assolutamente vero ma il discorso che ho proposto aveva ben altro significato. Esistono buoni e cattivi analisti, o anche disonesti, ma questo non riguarda il merito della professione. Usando una metafora per rappresentare la situazione dei pf, é come se lei andasse a farsi curare da un farmacista (che conosce i prodotti per venderli ma non é competente per fare diagnosi) invece che da uno specialista! Ma é vero che esistono medici disonesti o incapaci che fanno malestri… ma lei, penso, continuerà a farsi visitare da un medico e non da un farmacista. Cordiali saluti.
__________________________________________
Pierluigi Baschieri, Promotore Finanziario
Le reazioni all’articolo di Turani sulle responsabilità dei promotori
finanziari, tutte un pò isteriche e sicuramente sopra le righe, denotano che
quanto scritto va a toccare nervi scoperti.
Tali nervi sono le responsabilità che tutti noi, soggetti protagonisti del
mercato pazzo pre e post bolla abbiamo avuto e continuiamo ad avere in relazione
alla gestione del risparmio.
Ha perfettamente ragione il collega che invita gli analisti ad abbassare la
spocchia, visti i risultati dei loro modelli previsionali; così come è
innegabile che tra le mansioni di un buon promotore finanziario vi sia la
capacità commerciale di vendere prodotti finanziari.
Personalmente non disprezzo chi è preposto alla vendita, in generale. Certo che una cosa è vendere prodotti complessi ed astratti ed altra vendere
aspirapolveri.
I promotori finanziari, generalmente, sono professionisti dotati di buona
cultura, quasi sempre laureati, che si tengono aggiornati avvalendosi, ahimè,
dei reports che i gestori e gli analisti forniscono loro!
Da parte mia ho da tempo ridotto la lettura di questi reports, spesso e
volentieri redatti in palese conflitto d’interessi, dedicando il relativo tempo
allo studio della macroeconomia ed alla attenta osservazione degli accadimenti
economici, politici e sociali.
__________________________________________
Davide Totolo, Promotore Finanziario
Ho letto con attenzione l’articolo di Turani, che ho condiviso in pieno, pur
essendo un Promotore Finanziario. Il problema è che da quell’articolo è nato
un dibattito che non c’entrava niente, per una frase di Turani, che fa il
giornalista, non il bancario, il consulente cosiddetto indipendente o il
promotore finanziario.
E’ vero: con i titoli Cirio o altre obbligazioni
spazzatura, i PF c’entrano come i cavoli a merenda, quindi la frase era
infelice, anche perchè tutto l’articolo poi parlava chiaramente di chi aveva
responsabilità. Fossi stato nel collega Rota, quindi, non mi sarei avventurato
in un commento per una riga di articolo, immaginando che ne avrebbero
approfittato i vari promoter della consulenza cosiddetta indipendente.
Ci
saremmo risparmiati titoli che attribuiscono ai PF anche responsabilità
sull’affaire Cirio, che credo proprio non abbiano. Naturalmente, direbbe,
qualche consulente cosiddetto indipendente, perchè i PF fanno solo i loro
interessi e utilizzano i fallimentari strumenti del risparmio gestito. Può
essere, ma almeno così non mettono in mano ai loro clienti obbligazioni
argentine o corporate decotte. Queste possono essere in alcuni fondi, ma il
rischio si riduce notevolmente per la presenza di una molteplicità di titoli,
se il gestore è quantomeno decoroso.
Se poi è bravo come i consulenti
cosiddetti indipendenti…. neanche le compra le obbligazioni argentine o i
titoli della Cirio. Perchè i consulenti cosiddetti indipendenti sono simili a
Dio e Dio, per definizione, non sbaglia mai.
__________________________________________
Fabio Lerede, Promotore Finanziario
Mi riferisco all’articolo di Rota BANCHE DOPPIA BEFFA….. e successive reazioni.
Sono promotore finanziario per una Banca che attua la politica del Multibrand da
circa 2 anni e mezzo. Ho lavorato per 11 anni in Banca di cui 9 come direttore di
filiali e di Sedi. Ho 40 anni. Ho frequentato 2 master uno negli Stati Uniti
alla UCLA di Los Angeles nel 1988 ed uno in Italia tenuto dal CEFOR della durata
di 9 mesi. Conosco 4 lingue scritte e parlate. Condivido pienamente quanto
analizzato dal Dott. Turati.
Le banche ed anche taluni promotori finanziari si
sono macchiati di veri e propri “crimini” nei confronti dei risparmiatori,
minando la secolare fiducia che, sopratutto in Italia, hanno permesso a banche
anche non efficienti di prosperare lungamente. Al di là di episodi ormai
rimasti nella memoria di pochi, legati come si ricordava alle azioni di
banchieri ed industriali d’assalto, le banche hanno rappresentato per i
risparmiatori più indifesi un “porto sicuro”.
Gli anziani, i piccoli
risparmiatori poco avvezzi al mercato azionario, non ricercati da professionisti
(quelli seri di cui mi pregio di appartenere) non avevano altra scelta di
rivolgersi allo sportello dove, una volta, vedevano il viso accomodante e
tranquillo dell’impiegato che dispensava tranquillità sottoforma di BOT, CCT e
BTP. Eccezionalmente venivano collocati Certificati di deposito.
Poi, ad un
certo punto ecco i famigerati titoli Argentini o altri di quella specie che
allora andavano a rimpinguare le povere tasche dei miseri risparmiatori che
vedevano, con altri titoli di Stato, ridurre le loro rendite. E allora? allora
perdere il cliente che si lamenta perchè non ci sono rendimenti adeguati o
peggio, dedicarci del tempo per spiegargli che il mercato obbligazionario e
monetario stava cambiando ed i tassi discendendo, che il tasso di inflazione non
era più del 10% ecc. ecc?
No, era più sbrigativo proporre un rendimento al 10%
a 5 anni incamerando, evidentemente commissioni da collocamento interessanti.
In questo mondo non esistono Santi e non dovrebbero, sopratutto nel nostro
mondo, esserci veggenti, santoni o peggio furbacchioni. Ognuno si prenda le
proprie responsabilità nei confronti del cliente.
Che le banche – ed i
promotori – si cospargano il capo di cenere e che gli analisti siano un pò più
prudenti nel dare giudizi di acquisti o vendite perchè la fuori c’è ancora
qualcuno che potrebbe darci fiducia e contribuisca a dare di nuovo un pò di
ottimismo per rilanciar i mercati che sono anche il motore della sopravvivenza di
tutto il sistema bancario-finanziario.
__________________________________________
Laurent Amaro, Promotore Finanziario
Premesso che vedo nell’ analista finanziario indipendente la professione più
qualificata in materia di consulenza, ritengo che all’ 85% dei risparmiatori
italiani sia in reltà sufficiente un “medio” promotore finanziario che adotti
anche una sola regola: la diversificazione. Cosa che a molti risparmiatori “di
Banca” incappati in Cirio o Argentina non è stata neanche lontanamente
prospettata.
Quanti saranno i clienti “di Promotori” investiti solo in Cirio e/o
Argentina? Credo veramenti pochi. Sui conflitti d’interesse cosa è peggio: il
bancario che, in quanto stipendiato, deve rispettare gli ordini di scuderia del
datore di lavoro e non gliene importa niente se i clienti scappano con ingenti
perdite o il Piazzista Finanziario, che è vero che viene pagato per quello che
vende ma se spenna tutto il suo pollaio non avrà più di che mangiare; d’altra
parte se soddisfa i propri clienti – con l’ assistenza e le performances –
riuscirà ad incrementarne il numero, al pari di qualsiasi rivenditore: puoi
fregare tutti una volta , puoi fregare uno sempre, ma non puoi fregare tutti
sempre!
__________________________________________