Per l’Italia è il momento della verità. Entro il 27 settembre il governo italiano deve stabilire gli obiettivi di crescita economica e di deficit, poi il 15 ottobre dovrà presentare la bozza della legge di bilancio alla Commissione Europea.
Viste le promesse generose fatte in campagna elettorale, i target di Luigi Di Maio e Matteo Salvini sul deficit 2019 sono molto diversi da quelli fissati dalla legislatura precedente.
Il governo Gentiloni puntava a ridurre il rapporto deficit Pil dall’1,6% del 2018 allo 0,8% dell’anno prossimo. La crescita più fiacca del previsto della terza economia d’Eurozona potrebbe però deragliare questi piani e il deficit Pil potrebbe attestarsi come minimo intorno all’1,2% nel 2019.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dichiarato a luglio che il suo obiettivo è quello di non peggiorare la situazione delle finanze pubbliche del paese e possibilmente migliorarla. Secondo quanto riferito da Reuters sembra che Tria stia tentando di convincere i partner della coalizione di governo a rispettare in qualche modo gli impegni e mantenere il rapporto tra deficit e Pil sotto il 2%.
Mercati nervosi: le stime di Goldman Sachs e Deutsche Bank
Se è vero che lo Spread è rimasto in area 290 punti base oggi, dopo la decisione di Fitch di rivedere al ribasso l’outlook sul credito italiano a negativo, allora significa che il parere dell’agenzia di rating non ha cambiato la percezione dei mercati del rischio Italia.
Allo stesso tempo le dichiarazioni degli esponenti di governo – come il vice ministro dell’Economia Garavaglia, che chiede una deroga al 3% per gli investimenti e dunque per crescere oppure Salvini che vuole “sfiorare dolcemente” il 3% – fanno pensare che il paese con il secondo debito pubblico maggiore dell’area euro si appresta a ricorrere a un’espansione fiscale.
Sono fattori che non contribuiscono certo a tranquillizzare i mercati e le agenzie di rating. In termini di prezzi di mercato, secondo gli analisti di Deutsche Bank gli investitori si aspettano un deficit del 2,25% nel 2019. Significano guai per gli obbligazionisti italiani in una fase in cui la Bce ridurrà la portata del Quantitative Easing (nel quarto trimestre gli acquisti di Bond scendono da 30 a 15 miliardi al mese), prima di chiudere i rubinetti dall’anno prossimo.
Citando le divergenze di opinione interne alla coalizione di governo, che gettano dubbi sugli impegni a ridurre la montagna di debito pubblico, Goldman Sachs prevede un’elevata volatilità per tutti gli asset finanziari italiani, non solo i Bond.
“Riuscire a trovare un accordo sulla legge di bilancio sarà probabilmente un processo difficile e controverso, che rischia di avere un esito non favorevole“, sostiene Silvia Ardagna, fixed-income strategist della banca.
La cosa più difficile sarà far combaciare le esigenze dei creditori di debito italiano, le grandi ambizioni del governo giallo verde (per esempio sull’abolizione della legge Fornero, sulla flat tax e sul reddito di cittadinanza) e i vincoli di bilancio Ue.
Durante un comizio in Toscana, Di Maio ha detto che il reddito di cittadinanza rimane una delle priorità del governo e che sarà implementato nel 2019. Ancora non si può sapere se sarà veramente così, ma sicuramente a giudicare dall’andamento dei Btp sul mercato secondario il numero di investitori disposto a prendersi rischi è in netta flessione.