Il Financial Times torna a parlare dell’economia italiana. Ma questa volta non in termini positivi. Preoccupa lo stato della congiuntura, in rallentamento, e il rischio di peggioramento del deficit pubblico, il più alto tra tutte le principali economie dell’Eurozona. Il tutto mentre si prospetta un aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea a partire da luglio. È questo il quadro dipinto dal quotidiano inglese, che ricorda il recente taglio delle previsioni di crescita del PIL nell’UE quest’anno al 2,7%, in calo rispetto alla stima del 4% di febbraio.
A peggiorare il quadro, l’inflazione in crescita e la dipendenza dal gas russo. Un accordo firmato con l’Algeria per fornire gas dal Nord Africa – ricorda il quotidiano inglese – richiederà anni per dare i suoi frutti.
“Alcuni Paesi sono più esposti di altri”, ha spiegato al Financial Times, Lorenzo Codogno, ex direttore generale del Tesoro italiano. “All’interno dei maggiori Paesi, l’Italia è esposta quanto la Germania, e probabilmente anche di più, a costi energetici elevati”. . . È un enorme shock in termini di termini commerciali per i consumatori, il che significa che l’intero paese diventa più povero”.
Economia italiana, preoccupano le finanze pubbliche
La recessione economica – e le aspettative di aumenti dei tassi da parte della Banca centrale europea a partire da luglio – stanno riaccendendo i timori per la salute delle finanze pubbliche. Con il secondo rapporto debito/PIL più alto dopo la Grecia e il più alto disavanzo pubblico di qualsiasi grande economia dell’Eurozona, la posizione dell’Italia – dice il Financial Times – è precaria.
Anche i mercati sono diventati più cupi sulle sue prospettive. Il differenziale tra il rendimento del titolo decennale italiano e quello tedesco, considerato un barometro dei rischi politici ed economici nell’area dell’euro, è salito fino a 2 punti percentuali nelle ultime settimane, il più ampio dalle prime fasi della pandemia, quando gli investitori hanno scaricato i titoli più rischiosi.
L’Italia è sulla via del risanamento fiscale. Per quest’anno è previsto un disavanzo di bilancio target del 5,6 per cento, in calo rispetto al 7,2 per cento registrato lo scorso anno. Ma gli economisti hanno avvertito che un forte rallentamento della crescita solleva dubbi sul deficit.
“Se il PIL si indebolirà in maniera significati, le prospettive diventano più cupe”, ha affermato Lucrezia Reichlin, professoressa di economia alla London Business School. “Ora il mercato è diventato piuttosto pessimista e la possibile recessione nel 2022 è qualcosa che molti si aspettano”.
Di positivo, c’è l’afflusso di fondi UE per gli investimenti. Così come positivo è il livello di risparmi parcheggiato nei conti correnti, cresciuto al ritmo più elevato del solito durante il lockdown, e che ora può essere utilizzato per sostenere i consumi. Ma l’impatto svanirà nei prossimi trimestri, secondo Codogno.