ROMA (WSI) – Il due partiti colonne portanti della coalizione di centro destra degli ultimi dieci anni stanno attraversando un periodo burrascoso. Il sindaco di Verona Flavio Tosi è stato cacciato dalla Lega, mentre il partito rifondato per la seconda volta dall’ex Cavaliere del Lavoro dopo il lancio del 1994, è in piena crisi di identità.
Forza Italia è ormai diviso in tre fazioni concorrenti, ma potrebbe approfittare della notizia dell’assoluzione definitiva dal processo Ruby di Berlusconi per ricompattarsi attorno al suo leader ventennale. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di appello nel cosiddetto “caso Ruby”, respingendo il ricorso della procura di Milano: l’assoluzione diventa definitiva.
L’ex premier era stato condannato in primo grado a 7 anni di reclusione e in secondo grado invece era stato prosciolto completamente. La Cassazione ha messo la parola fine al processo, cancellando la condanna. Ormai sulla fedina penale di Berlusconi rimangono ‘solo’ i 4 anni per frode fiscale, ridotti per legge a un anno di servizi sociali.
“E’ finito un incubo, adesso torno in campo”, avrebbe confidato Berlusconi da Arcore a quanti lo hanno raggiunto telefonicamente. Ma ancora non si può candidare per effetto della Legge Severino. Sono ancora effettivi i due anni di interdizione dai pubblici uffici risultanti dal processo sui diritti Tv Mediaset.
Mentre Berlusconi era concentrato sui risvolti giudiziari del processo per prostituzione minorile e concussione, il suo partito è arrivato estremamente diviso e stremato al voto di ieri alla Camera sulle riforme costituzionali. La spaccatura si è consumata con una lettera di protesta di 18 parlamentari ‘verdiniani’, i quali hanno lamentato allo stesso Berlusconi un “deficit di democrazia” all’interno del partito.
Il disegno di legge era stato approvato in agosto quando passò al vaglio del Senato e fino a poco tempo fa anche i deputati forzisti erano orientati verso il sì. Poi nel weekend è arrivato l’ordine di scuderia dell’ex premier, che ha dato indicazione di votare no. Una scelta maturata dopo che Renzi ha proposto la candidatura di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica e che permette a Berlusconi di tornare a fare opposizione.
A proposito di deficit di democrazia intestina alla fazione dei ‘moderati’, il giovane pugliese Raffaele Fitto sta continuando a fare ostruzione contro la leadership, chiedendo elezioni primarie per rinnovare i vertici del partito. Il leader della corrente che si oppone all’ex premier dice che non lascerà Forza Italia, ma che la formazione è giunta al bivio: “servono le primarie”.
Tosi cacciato da Salvini con un post su Facebook
Se il partito del tre volte primo ministro è spaccato in tre, anche il Carroccio deve fare i conti con scossoni al suo interno. Dopo settimane di polemiche e scontri con le massime cariche del partito, Luca Tosi è stato cacciato dalla Lega Nord, uffucializzando una scissione dei tosiani del Veneto dal partito nazionale.
È stato il leader del partito ad annunciarlo con un post pubblicato sul suo profilo Facebook in cui dice di prendere atto della decadenza del sindaco di Verona da militante e da segretario della Liga Veneta e della Lega.
Tosi aveva cercato di mettere in discussione la candidatura di Luca Zaia alla presidenza della regione Veneto e voleva cercare di ricucire un’alleanza con il centro destra e in particolare il partito di Forza Italia.
In cambio della promessa di non rivaleggiare con Salvini alle primarie per stabilire la guida del partito, a Tosi nel 2013 era stato promesso il ruolo di leader di una fantomatica coalizione di centro destra nazionale. Anche per questo motivo negli ultimi giorni aveva fatto pressioni alla nomenklatura del partito di destra per incominciare a ricostruire una partnership con il centro destra in vista delle prossime elezioni.
“Dispiace che da settimane Flavio Tosi abbia scelto di mettere in difficoltà la Lega e il governatore di una delle regioni più efficienti d’Europa. Ho provato mediazioni di ogni tipo, ma purtroppo, ricevendo solo dei no, sono costretto a prendere atto delle decisioni di Tosi”.
“Se insisterà nel volersi candidare contro Zaia, magari insieme ad Alfano e a Passera, per aiutare la Sinistra, penso che ben pochi lo seguiranno. Non si può lavorare per un partito alternativo alla Lega, non si possono alimentare beghe, correnti o fazioni”.
“Da domani basta chiacchiere, e si lavora con tutte le sezioni e tutti i gli iscritti, che contiamo di raddoppiare in fretta per riconfermare il buon governo di Luca Zaia. Ovviamente le liste per il Veneto saranno fatte solo dai Veneti, dal commissario Gianpaolo Dozzo (uno dei padri della Liga Veneta, iscritto dall’83) e da tutti i segretari del territorio veneto. Senza rancore e facendo gli auguri a Flavio Tosi, saranno i Veneti a decidere”.
(DaC)