ROMA (WSI) – Lo Stato non deve uscire dal capitale di MPS: così è scritto nero su bianco nella bozza di accordo per il governo in fase di limatura dagli sherpa della Lega e del Movimento Cinque Stelle.
In particolare lo Stato deve provvedere alla ridefinizione della mission e degli obiettivi dell’istituto di credito in un’ottica di servizio. Cosa significa? Ha cercato di spiegarlo Claudio Borghi, economista della Lega in un colloquio con Reuters.
“Ottica di servizio significa che tutte le sedi di Mps nelle valli che erano molto utili per l’economia della popolazione toscana, e che in un’ottica di puro e crudo profitto è stato previsto di chiudere, verranno tenute per far sì che la banca faccia un servizio ai cittadini (…) Una delle cose che avevamo pensato ai tempi della campagna elettorale riguarda le piccole filiali, che sono un patrimonio per la Toscana. Mi sembrava inutile pensare di chiuderle nel momento in cui non vuoi farci solo profitti (…) L’intento abbastanza condiviso da tutte e due le forze è che la banca deve essere ripensata in un’ottica di servizio. In buona sostanza bisogna abbandonare l’idea di farci profitti vendendola a chissà chi ma mantenendola come patrimonio del Paese”.
A decidere la chiusura delle filiali il piano concordato con l’Ue che così ha dato il suo ok alla ricapitalizzazione precauzionale della banca senese. Ma Borghi no si è limitato a parlare del personale della banca più antica del mondo e ha parlato anche di un cambio alla governance dei vertici di Mps, ora guidata dall’a.d. Marco Morelli e dalla presidente Stefania Bariatti.
“Il cambio di governance di Mps non entra nel contratto di governo fra Lega e Cinque Stelle, ma è abbastanza probabile, quasi naturale pensarlo. Ma è inutile mettere nel contratto: “E poi cambiamo l’amministratore delegato””.
Parole che allarmano l’attuale ministro dell’economia Pier Carlo Padoan che parla di un fatto abbastanza grave.
“Le dichiarazioni dell’on. Borghi, insieme alle indicazioni fornite nella bozza di programma di Lega e M5S, hanno immediatamente creato una crisi di fiducia (…) è un fatto molto grave che mette a repentaglio l’investimento effettuato con risorse pubbliche. Ho il dovere di ricordare a tutti gli attori politici che la fiducia si costruisce poco per volta, progressivamente, ma basta poco per distruggerla, tirandosi dietro i risparmi degli italiani che a parole si vorrebbero tutelare”.
Ma spaventati sembrano anche gli investitori . Il titolo Mps infatti ieri a Piazza Affari ha chiuso in calo dell’8,8% a 2,92 euro e oggi è ancora sotto pressione lasciando sul terreno il 2,5% a 2,85 euro.