ROMA (WSI) – Sono sul piede di guerra le associazioni del trasporto aereo e la colpa è di un nuovo balzello fiscale a danno degli utenti, inserito nel decreto legge collegato alla manovra di bilancio. Si tratta di una tassa che va a colpire chi viaggia in aereo e che ha come obiettivo rimpinzare le esigue casse dei comuni.
La tassa che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2018, è prevista in un emendamento contenuto nel decreto legge collegato alla manovra di bilancio che porta la firma del capogruppo Pd in commissione Bilancio al Senato, Giorgio Santini. Come scrive Il tempo si tratta di un’addizionale sulla tassa di imbarco che potrà arrivare fino a due euro per chi parte da un aeroporto che si trova in una delle quattordici città metropolitane del Paese, 1 euro, invece, potrà essere chiesto a chi parte da uno scalo che si trova in una regione con, al suo interno, un’area metropolitana.
La tassa interesserebbe anche i porti, prevedendo un’addizionale di un euro (aumentabile fino a 2 per passeggero) sui diritti di sbarco portuali a carico degli operatori marittimi in ormeggio presso le banchine dei porti situati nel territorio delle città metropolitane.
Il gettito delle nuove imposte, concordate con l’Anci, l’associazione dei comuni italiani, sarà destinato per “investimenti nei settori relativi alle funzioni fondamentali delle città metropolitane“, come la “dotazione infrastrutturale dei territori”, o per evitare il default dell’ente locale.
La riscossione sarà affidata agli operatori aeroportuali che dovranno versare le somme entro il secondo mese successivo rispetto al momento in cui si è verificato il presupposto imponibile.
Immediata la reazione dell’intera filiera del trasporto aereo, rappresentata dalle Associazioni Iata, Assaeroporti, Assaereo ed Ibar, che chiede al Governo di non approvare gli emendamenti che finirebbero per far lievitare i costi dei biglietti a discapito dei passeggeri.
“No a questo ennesimo balzello che ricadrà direttamente sui passeggeri aerei degli aeroporti delle città metropolitane, rafforzando lo squilibrio competitivo a favore del trasporto ferroviario non soggetto a tale prelievo. Una ulteriore tassa potrebbe aumentare il costo del biglietto fino a 4 euro a passeggero per un viaggio di andata e ritorno e che si aggiungerebbe a quelle già esistenti, aventi finalità spesso del tutto estranee al trasporto aereo”.