La coalizione di governo ha trovato un compromesso e il reddito di cittadinanza alla fine si farà: lo ha assicurato Giovanni Tria quando manca ormai solo un giorno alla presentazione dell’attesissima legge di bilancio del governo giallo verde per l’anno prossimo. Le parole servono a ricucire lo strappo con il MoVimento 5 Stelle, che aveva fatto del reddito di cittadinanza uno delle colonne portati del suo programma di azione di governo.
In questi giorni il leader del movimento Luigi Di Maio aveva annunciato che i suoi non avrebbero votato in parlamento una manovra finanziaria non coraggiosa. Un’altra misura di espansione fiscale sarà quella riguardante i tagli alle tasse, che però avverranno con una certa gradualità: saranno inizialmente destinati soltanto alle aziende nel 2019 mentre negli anni successivi saranno estesi anche alle imposte sul reddito dei singoli contribuenti. I mercati si interrogano su come farà l’esecutivo a mantenere le promesse fatte all’elettorato e nel contratto di governo mantenendosi sotto al 2% del deficit, soglia psicologica importante perché se superata potrebbe intaccare la fiducia degli investitori (e delle autorità europee) sulla sostenibilità del passivo statale italiano, il secondo più grande d’Europa.
Il vice premier Di Maio aveva parlato di un rapporto tra deficit e Pil che si può portare fino al 2,5%, ma Tria pare intenzionato a fermarsi all’1,8-1,9%, comunque una soluzione di compromesso rispetto all’1,6% preventivato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il governo – fa sapere sempre Tria – annuncerà quali sono i suoi obiettivi fiscali giovedì 27 settembre, data ultima per presentare il testo del DEF al parlamento. Il governo rimane impegnato a proseguire con la riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil.
Resta insomma ancora da vedere come verranno trovate le risorse necessarie per tante misure. Lo si scoprirà prossime 24 ore.