ROMA (WSI) – Il Consiglio dei ministri ha approvato la Legge di Stabilità. Prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel triennio 2014-2016, di cui 11,6 nel solo 2014.
Il ministero dell’Economia ha inviato alla commissione a Bruxelles i tabulati della manovra per essere in regola con le linee dettate dagli accordi europei del Two Pack che stabiliscono la consegna entro il 15 di ottobre.
Nessun taglio alla sanità, riduzione del cuneo fiscale con 5,6 miliardi in dote alle imprese e 5 miliardi per alleggerire il peso del fisco sui lavoratori: sono queste le misure chiave della Legge di Stabilità che il governo Letta punta ad approvare in serata e che ”per la prima volta – scandisce il premier – non comincia con una sforbiciata di tagli e di nuove tasse che servono per Bruxelles”’.
E’ finito, dicono all’unisono il Presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni scesi in conferenza stampa durante una pausa dei lavori del Cdm per illustrare il pacchetto di misure, il tempo delle ”mannaie” e ora l’Italia puo’ tornare a crescere: i conti pubblici sono infatti in ordine, è l’assicurazione che viene ribadita, a tal punto che il prossimo anno il deficit scenderà al 2,5% e la pressione fiscale scenderà di un punto in tre anni arrivando al 43,3%.
Oltre a non aver intaccato la sanità pubblica (cancellando nelle ultime 24 ore i taglio per 2,6 miliardi inizialmente previsti) l’altra novità è la decisione di una Legge di stabilità ”in due tempi”: ”Abbiamo dovuto correre – ammette il premier facendo riferimento alla crisi di governo appena alle spalle – e ci saranno aggiustamenti che per forza di cose saranno messi a punto in Parlamento”.
In particolare a restare aperto è il capitolo sul lavoro: ”la ”ripartizione” dei 5 miliardi di taglio delle tasse ai lavoratori spetterà infatti alle Camere e alle parti sociali”, spiega Letta. Il primo anno il cuneo vale 2,5 miliardi. Meno di quanto richiesto dalle parti sociali che tuonano immediatamente. Confindustria già prima del Cdm lamenta l’assenza di ”segnali forti” o se anche questi non saranno destinati a diventare oggetto di trattativa. Subito dopo la conferenza stampa di Letta la Cgil diffonde una dura nota.
”Non convince” e ”manca un chiaro segnale di equità” e ”per la redistribuzione del reddito” Ma ancora prima che il provvedimento approdi al Senato, da dove partirà l’iter, si può già immaginare che la discussione riguarderà anche altri nodi come quello delle risorse per i Comuni.
Per l’allentamento del patto di stabilità infatti arriva solo un miliardo in investimenti contro i due attesi e anche sul fronte della nuova Service tax il finanziamento messo nero su bianco è solo la metà di quello previsto nelle bozze (1 miliardo anche in questo caso).
Cosi’ come non convincerà tutti la scelta di non incrementare la tassazione delle rendite finanziarie che ancora nelle ultime bozze doveva salire dal 20 al 22%. Ed e’ rinvio anche per un altro capitolo, quello dell’Iva.
Un tema su cui però il governo si impegna a discutere con il Parlamento nei prossimi mesi, assicura di nuovo il premier che ricorda con orgoglio come d’altro canto il governo si sia concentrato sul finanziamento del sociale a partire dalle cooperative e dal rifinanziamento del 5xmille. D’altro canto, osserva non senza ironia il presidente del Consiglio: ”Molti avrebbero sperato che potessimo stampare moneta”, ma non ”ne siamo capaci né io né il ministro Saccomanni”. (ANSA)