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Legge stabilità: Renzi tira dritto, Regioni dovranno tagliare 4 miliardi

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ROMA (WSI) – Non c’è uno spazio di mediazione sul taglio di 4 miliardi di euro che la legge di stabilità impone alle Regioni.

È la linea che il presidente del Consiglio, matteo Renzi, avrebbe esposto ai presidenti delle Regioni durante l’incontro che e’ in corso a Palazzo Chigi.

Secondo quanto riferiscono alcune fonti, il premier si sarebbe detto pronto a discutere delle proposte alternative verificandone la compatibilità finanziaria.

Sull’applicazione dei costi standard per contenere la spesa, le Regioni facciano “una proposta seria”. È l’invito lanciato dal presidente del Consiglio nel corso dell’incontro di palazzo Chigi sulla legge di stabilità. “Se fate una proposta seria sui costi standard – avrebbe detto il premier – noi ci siamo”.

“Il punto di convergenza per ora è sul ‘lodo Chiamparino’: in una settimana dovremo elaborare una proposta che renda sostenibile la manovra sulla quantità e qualità dei servizi erogati e sulla tassazione locale che non va inasprita”.
Con queste parole il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha commentato in una conferenza stampa a palazzo Chigi l’incontro col Governo. Un “lodo” che prevede un’accelerazione sull’introduzione dei costi standard, sulla revisione dei fondi per la sanità e sull’utilizzo di fondi accontonati al ministero dell’Economia: “sono questi i tre assi di lavoro” per elaborare la proposta delle Regioni contro il taglio di 4 miliardi della legge di stabilità. ”

L’incontro è stato simpatico nei toni”, ha voluto precisare Chiamparino dopo le tensioni verbali registrate nei giorni scorsi con Renzi, ma questo non vuole dire che “sto spandendo ottimismo”.

Il presidente della Conferenza delle Regioni seduto al fianco del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, ha poi spiegato che c’è ora “l’impegno comune sull’applicazione dei costi standard, con la razionalizzazione della spesa a tutti i livelli”. Nella sanità, in particolare per quello che riguarda il patto della salute, “siamo disponibili ad approfondire questo discorso e a valutare la revisione dei fondi inutilizzati per l’edilizia sanitaria”.

Terzo tema del “lodo Chiamparino” sono le risorse finanziarie delle Regioni appostate presso il ministero dell’Economia. “Sono risorse giacenti e vogliamo verificare” ha concluso Chiamparino.

Chiamparino, presidente del Piemonte, si era detto pronto a dimettersi se i tagli imposti da Roma avessero dovuto obbligarlo ad alzare le tasse sulla produttività delle imprese della regione nord ovest.

Oggi in una conferenza stampa tenuta insieme all’ex sindaco di Torino, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha detto che il governo è disponibile a “lavorare con le Regioni in tempi strettissimi per trovare nuove potenziali soluzioni. Siamo aperti a soluzioni diverse”.

La conferenza ha seguito l’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra il governo e i rappresentanti delle Regioni sui tagli previsti dalla legge di stabilità. Delrio ha anche auspicato un accordo con le Regioni da raggiungere “in ascolto reciproco”.

Entro la fine dell’anno saranno pubblicati tutti i dati che riguardano i costi e le spese delle amministrazioni centrali e locali.

Sempre in ambito di legge stabilità, non si spegne il fuoco delle polemiche non solo sul taglio dell’Irap ma anche sugli 80 euro in busta paga. Secondo Furlan della Cisl “sono elementi positivi ma rischiano di essere annullati dai tagli a regioni e comuni”.

Il segretario generale Anna Maria Furlan ha aggiunto che i minori trasferimenti agli enti locali potranno trasformarsi in tagli alle prestazioni ai cittadini o in aumenti di tasse.

“Le tasse sono arrivate a livelli ormai ionsopportabili – ha detto – e nonostante gli anni di crisi la tassazione locale è aumentata in modo esponenziale. Invece gli sprechi c’erano e ci sono ancora”.

“Il sindacato e noi della Cisl vigileremo in ogni regione e città per verificare eventuali ulteriori aumenti delle imposte locali”.

La manovra del Tfr in busta paga, inoltre, sarà per Furlan “la tomba della previdenza integrativa”.

“Al presidente del consiglio nell’unico incontro avevamo indicato che se voleva alimentare i consumi intervenendo sul Tfr – ha detto Furlan – doveva essere previsto il mantenimento della tassazione agevolata. Invece spalmando il Tfr sullo stipendio la tassazione aumenta di 6-7 punti”.

Inolte l’utilizzo del Tfr significa non alimentare la previdenza complementare, fondamentale soprattutto per i lavoratori più giovani.