ROMA (WSI) – Con 167 voti favorevoli e 110 contrari, l’aula del Senato ha votato la fiducia al governo sulla legge di Stabilità.
Si conclude così il percorso parlamentare della manovra.
La legge di Stabilità raccoglie nel 2014 circa 12,2 miliardi e, tra minori entrate e maggiori spese, contiene interventi di stimolo all’economia per 14,7 miliardi. Circa 2,5 miliardi, infatti, sono impieghi finanziati a deficit, coerentemente con la forbice fra indebitamento netto programmatico (2,5% del Pil) e indebitamento tendenziale (2,3%).
La manovra è sbilanciata sulle maggiori entrate, che assicurano il 67% delle coperture nel 2014, il 59% nel 2015 e nel 2016.
Guardando al saldo tra maggiori e minori entrate, contenuto nell’allegato 3, emerge che la manovra aumenta il prelievo fiscale e contributivo di 2,1 miliardi nel 2014, di circa 600 milioni nel 2015 e di quasi 2 miliardi nel 2016.
Ecco in sintesi l’effetto che la manovra ha sul bilancio, in miliardi di euro e in termini di indebitamento netto:
IL FONDO PER RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE
Governo e Parlamento hanno introdotto nella manovra il fondo per la riduzione del prelievo fiscale su lavoratori, pensionati, imprese e professionisti, che sarà alimentato da due voci: la revisione mirata della spesa pubblica e la lotta all’evasione fiscale.
L’istituzione del fondo è poco più di un obiettivo programmatico. Inoltre, i risparmi della spending review dovranno finanziare in prima battuta “esigenze prioritarie di equità sociale” e “impegni inderogabili”.
IL CUNEO FISCALE
Il governo taglia il costo del lavoro per poco più di 2,5 miliardi nel 2014 e di circa 3 miliardi sia nel 2015 sia nel 2016.
Limitando l’analisi al 2014, l’operazione si articola in quattro interventi: maggiori detrazioni sull’Irpef per i redditi medi e bassi (circa 1,5 miliardi); deduzioni dall’imponibile Irap del costo sostenuto per i nuovi assunti a tempo indeterminato (36 milioni); minori premi Inail (1 mld) e un incentivo alla trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato (70 milioni), sotto forma di restituzione del contributo versato dalle aziende per l’Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego.
Le maggiori detrazioni assicurano ai lavoratori un beneficio massimo di 226 euro con un reddito lordo annuo di 15.000 euro, meno di 18 euro al mese con tredici mensilità.
L’ACE
Rafforzata la deducibilità del rendimento prodotto dagli aumenti di capitale (Ace). L’aliquota salirà gradualmente dall’attuale 3% al 4% nel 2014, al 4,5% nel 2015 e al 4,75% nel 2016.
LE DETRAZIONI SULLE RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE
La manovra proroga fino al 31 dicembre 2014 la detrazione al 65% sugli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e la detrazione al 50% per le ristrutturazioni semplici.
ARRIVA LA IUC, L’IMU SI FA IN TRE
Cambia l’imposizione sugli immobili. La manovra istituisce l’imposta unica comunale (Iuc) e sopprime la Tares, la tassa sui rifiuti e sui servizi urbani in vigore nel 2013.
La Iuc comprende l’Imu, dovuta da chiunque possegga immobili “escluse le abitazioni principali” non di lusso, e altre due componenti: la prima (Tari) finanzia la raccolta dei rifiuti urbani; la seconda (Tasi) garantisce le risorse per i servizi indivisibili come il trasporto pubblico locale, l’anagrafe, l’lluminazione e la manutenzione delle strade.
LA STRUTTURA DI TASI E TARI
La Tari è commisurata alla superficie dichiarata o accertata dell’immobile. In alternativa, il comune può commisurare la tariffa “alle quantità e alle qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti”, secondo il principio europeo ‘chi inquina paga’.
La Tasi ha un’aliquota di base dell’1 per mille e, nel caso di immobili affittati, il conduttore partecipa con una quota compresa tra il 10 e il 30%. Per il 2014, l’aliquota massima è fissata al 2,5 per mille.
La disciplina generale della Tasi prevede che i comuni possano aumentare o diminuire l’aliquota. Il governo impone però un tetto: la somma delle aliquote Imu e Tasi non potrà superare i limiti stabiliti per l’Imu nel 2013. Quindi, sulle abitazioni principali l’aliquota massima sarà pari al 6 per mille. Sugli altri immobili, Imu e Tasi insieme peseranno al massimo il 10,6 per mille.
500 MLN AI COMUNI PER LE DETRAZIONI DALLA TASI
Il governo stanzia nel 2014 quasi 1 miliardo per consentire ai comuni di ridurre il peso della Iuc.
Inoltre, i sindaci avranno a disposizione altri 500 milioni per finanziare detrazioni dalla Tasi “a favore dell’abitazione principale e delle pertinenze della stessa, nonché dei familiari dimoranti abitualmente e residenti anagraficamente nell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
IMU DEDUCIBILE AL 20% SU CAPANNONI INDUSTRIALI, 30% IN 2013
L’Imu sui capannoni industriali diventa deducibile al 20% dall’imponibile Ires e Irpef (non dall’Irap). “Per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013” la deducibilità è del 30%.
Il governo introduce la tassazione al 50% ai fini Irpef dei redditi figurativi degli immobili non locati che si trovano nello stesso comune dove è l’immobile adibito ad abitazione principale.
BANCHE, DEDUCIBILI IN 5 ANNI LE PERDITE SUI CREDITI
Le svalutazioni e le perdite sui crediti diventano “deducibili in quote costanti nell’esercizio in cui sono contabilizzate e nei quattro successivi”. Le perdite realizzate con cessione di crediti sono completamente deducibili nell’esercizio in cui sono rilevate in bilancio.
Il governo rende computabili nel patrimonio di vigilanza anche le imposte differite attive che si riferiscono all’Irap.
Altra notizia positiva per le banche: diventa fiscalmente neutra la conversione delle obbligazioni ibride in titoli di capitale computabili nel patrimonio di migliore qualità.
Novità per le assicurazioni: la variazione della riserva sinistri nel ramo danni, per la componente di lungo periodo, diventa deducibile “nell’esercizio in cui è iscritta e nei quattro anni successivi”, cinque anni quindi.
GLI INVESTIMENTI DI COMUNI E PROVINCE
Grazie a un allentamento del patto di stabilità interno, comuni e province potranno finanziare investimenti pari a 1 miliardo e rimborsare altri 500 milioni di debiti commerciali in conto capitale.
NIENTE PIÙ DERIVATI PER REGIONI ED ENTI LOCALI
Il governo vieta a Regioni, province e comuni di stipulare nuovi contratti derivati e contratti di finanziamento che includono componenti derivate. Le ristrutturazioni dei contratti in essere sono ammesse ma con vincoli precisi.
GOVERNO RAFFORZA I POTERI DELLA CDP
La Cassa depositi e prestiti potrà usare il risparmio postale anche per finanziare le grandi imprese, non solo le aziende di minori dimensioni.
Il Tesoro, inoltre, potrà garantire le esposizioni assunte dalla Cdp con il risparmio postale.
Non solo. La Cdp potrà acquistare titoli “nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione aventi ad oggetto il credito verso piccole e medie imprese”. Anche queste operazioni, se finanziate con il risparmio postale, potranno avere la garanzia del Tesoro.
LA RIVALUTAZIONE DEI BENI D’IMPRESA
I soggetti Ires che non adottano i criteri contabili Ias possono rivalutare i beni d’impresa e le partecipazioni in società controllate e collegate, ad eccezione degli immobili strumentali. Il saldo attivo della rivalutazione può essere affrancato, in tutto o in parte, versando un’imposta sostitutiva di Ires e Irap del 10%.
Il maggior valore attribuito ai beni rivalutati è riconosciuto fiscalmente dal terzo esercizio successivo a quello con riferimento al quale avviene la rivalutazione. Le imprese devono però versare un’imposta sulla plusvalenza pari al 16% se i beni sono ammortizzabili e al 12% se non sono ammortizzabili. L’imposta è dovuta in tre rate annuali di pari importo.
IMPOSTA 12% SU QUOTE BANKITALIA RIVALUTATE
Le banche dovranno versare allo Stato un’imposta sostitutiva di Ires e Irap pari al 12% sulle plusvalenze registrate con la rivalutazione delle quote di Bankitalia.
L’imposta è dovuta “in tre rate annuali di pari importo.
L’ANATOCISMO E I SERVIZI DI PAGAMENTO
Il Cicr, il comitato interministeriale per il credito e il risparmio, dovrà “stabilire modalità e criteri” per la produzione di interessi, garantendo ai clienti “la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori sia creditori”.
La manovra prevede inoltre che i servizi di pagamento (non il conto corrente) possano essere trasferiti da una banca all’altra, compresa Poste, senza spese ed entro il termine di 14 giorni. Le banche coinvolte devono però aderire ai comuni protocolli interbancari.
IL BOLLO SULLE ATTIVITÀ FINANZIARIE E L’IVAFE
L’imposta di bollo sulle comunicazioni relative a prodotti finanziari sale al 2 per mille dall’attuale 1,5.
er il 2013 il bollo è dovuto “nella misura massima di 4.500 euro” se il cliente è soggetto diverso da persona fisica.
Dal 2014 salta il bollo minimo di 34,20 euro sul conto titoli, che resta invece sui conti correnti. “Se il cliente è soggetto diverso da persona fisica, l’imposta è dovuta nella misura massima di 14.000 euro”.
Aumenta al 2 per mille dall’1,5 per mille l’aliquota dell’Ivafe, l’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero.
LA WEB TAX
Chi vuole acquistare “servizi di pubblicità e link sponsorizzati on line” dovrà obbligatoriamente rivolgersi a “soggetti titolari di partita Iva rilasciata dall’amministrazione finanziaria italiana”.
Per determinare il reddito d’impresa, le società dovranno utilizzare indicatori di profitto diversi da quelli applicati ai costi sostenuti per lo svolgimento della propria attività. Una strada che le imprese del web potranno evitare solo attivando la procedura del ruling, l’accordo su regole e livello di prelievo con l’Agenzia delle entrate.
L’INPS E L’INPDAP
I fondi che il Tesoro eroga all’Inps per finanziare le pensioni erogate dall’ex Inpdap si intendono “effettuate a titolo definitivo” e non come anticipazioni di tesoreria, cioè prestiti. Il governo risolve così il nodo del disavanzo ‘figurativo’ accumulato dall’Inpdap.
Le aziende che non hanno accesso a cassa integrazione ordinaria e straordinaria dovranno versare un contributo al fondo di solidarietà residuale presso l’Inps. L’aliquota è fissata allo 0,5%.
LA SANATORIA SUI BENI DEMANIALI MARITTIMI
La manovra prevede che i procedimenti giudiziari pendenti al 30 settembre 2013 sul pagamento dei canoni e degli indennizzi per l’uso dei beni demaniali marittimi, comprese le pertinenze, possano essere “integralmente definiti” pagando il 30% del dovuto oppure il 60%, compresi gli interessi legali, ma con una rateizzazione in sei anni. Il termine per presentare la domanda scade il 28 febbraio 2014.
Governo e Parlamento si impegnano a riordinare l’intera materia entro il 15 maggio.
LE CARTELLE DI EQUITALIA
I contribuenti potranno sanare le cartelle esattoriali emesse “fino al 31 ottobre 2013” pagando l’intero importo senza interessi di mora e per ritardata iscrizione a ruolo.
GLI STADI
La manovra consente la costruzione di nuovi stadi o l’ammodernamento di vecchi impianti sportivi, senza però costruire nuovi complessi di edilizia residenziale.
OLTRE 4 MILIARDI PER LE “SPESE INDIFFERIBILI” DEL 2014
Il governo rifinanzia un nutrito elenco di spese. Le principali sono: missioni militari all’estero (614 mln); cassa integrazione in deroga (600 mln); la manutenzione della rete autostradale (335 mln); il cinque per mille (400 mln); gli interventi per gli autotrasportatori (330 mln); università e policlinici universitari (150 mln); il fondo per i non autosufficienti (275 mln); la social card e altre misure di contrasto alla povertà (290 mln); la manutenzione della rete ferroviaria (500 mln).
GLI ESODATI
La manovra garantisce il pensionamento anticipato ad altri 23.000 esodati, i lavoratori che dopo la riforma previdenziale di fine 2011 sono senza lavoro e senza assegno pensionistico.
LE DISMISSIONI: 1,5 MLD IN TRE ANNI DA VENDITA IMMOBILI
Entro fine febbraio il governo definirà “un programma straordinario” di cessioni di immobili pubblici, compresi quelli detenuti dal ministero della Difesa e non utilizzati per finalità istituzionali, tale da consentire introiti per il periodo 2014-2016 non inferiori a 500 milioni annui.
LA STRETTA SUL PUBBLICO IMPIEGO
Il tetto di circa 302.000 euro per lo stipendio dei dirigenti pubblici è esteso “a chiunque riceva, a carico delle finanze pubbliche, retribuzioni o emolumenti comunque denominati in ragione di rapporti di lavoro subordinato o autonomo”, comprese società controllate e “autorità amministrative indipendenti”.
Il cumulo tra pensione e redditi da lavoro per i dipendenti pubblici è limitato alla soglia di 302.000 euro.
Rafforzato il blocco del turn over: la percentuale di assunzioni è pari al 40% dei ritiri nel 2015, al 60% nel 2016, all’80% nel 2017 e al 100% nel 2018.
Anche nel 2014 l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale non potrà superare l’importo del 2010.
Le indennità di buonuscita dei dipendenti pubblici saranno erogate non in un’unica soluzione ma in più tranche se superano l’importo di 50.000 euro.
La Banca d’Italia, nel pieno della sua autonomia, dovrà decidere se adeguarsi o meno al nuovo e più penalizzante regime.
IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ E LE PENSIONI D’ORO
Il governo proroga per il triennio 2014-2016 il contributo di solidarietà del 3% per la parte di reddito che supera i 300.000 euro.
Scatta da gennaio e per un periodo di tre anni un nuovo contributo di solidarietà sulle pensioni superiori a poco più di 90.000 euro lordi annui. Il prelievo è del 6% sulla parte tra 14 e 20 volte il minimo Inps, al 12% tra 20 e 30 volte e al 18% per la parte oltre 30 volte il minimo. Il contributo vale anche per i vitalizi e le rendite degli organi costituzionali, di regioni e province autonome.
Nel prossimo triennio l’adeguamento pieno all’inflazione spetta solo agli assegni fino a tre volte il minimo Inps. Tra tre e quattro volte il minimo l’adeguamento è al 95%, al 75% tra quattro e cinque volte e al 50% per gli assegni tra cinque e sei volte il minimo Inps.
Per le pensioni superiori a sei volte il minimo l’adeguamento è al 40% nel 2014 e al 45% nei due anni successivi.
INFINE RIORDINO DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI
La manovra approvata dalle Camere prevede, tra minori entrate e minori spese, 14,7 miliardi di interventi per rilanciare l’economia e raccoglie nel 2014 circa 12,2 miliardi.
Circa 2,5 miliardi, infatti, sono impieghi finanziati a deficit, coerentemente con la forbice fra indebitamento netto programmatico (2,5% del Pil) e indebitamento tendenziale (2,3%).
Il valore degli impieghi è cresciuto di circa 800 milioni durante l’esame in seconda lettura. L’effetto sui saldi è migliorato di circa 100 milioni.
Dopo il passaggio alla Camera, la legge di Stabilità continua ad essere sbilanciata sulle maggiori entrate, che assicurano il 67% delle coperture nel 2014, il 59% nel 2015 e nel 2016.
Guardando al saldo tra maggiori e minori entrate, contenuto nell’allegato 3, emerge che i deputati hanno peggiorato l’impatto macroeconomico della manovra. Il prelievo fiscale e contributivo sale infatti di 2,1 miliardi nel 2014, a fronte dei circa 1,3 miliardi che risultavano nel testo uscito dal Senato.
L’aumento delle tasse è ora di circa 600 milioni nel 2015 e di quasi 2 miliardi nel 2016.
(Reuters)