Giornata bollente, quella odierna, per Leonardo. Oggi mercoledì 19 maggio si riunisce l’assemblea degli azionisti del gruppo e all’ordine del giorno c’è il futuro del numero uno del gruppo, l’amministratore delegato Alessandro Profumo, condannato in primo grado dal Tribunale di Milano nel caso Mps per aggiotaggio e falso in bilancio in relazione alla prima semestrale 2015 della banca.
Il fondo Bluebell, titolare di 25 azioni di Leonardo, che Alessandro Profumo “si presenti dimissionario” all’assemblea di oggi di Leonardo dopo che i proxy advisor Glass Lewis e Frontis, si sono allineati alla sua richiesta di votare a favore dell’azione di responsabilità contro l’ad del gruppo della difesa e dell’aerospazio. Sulla stella linea anche Alken Asset Management.
La valutazione di Glass Lewis rappresenta “un pesante giudizio di sfiducia” verso Profumo: “all’ad di Leonardo – afferma Giuseppe Bivona di Bluebell – spetta la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato ma un amministratore delegato che non si dimette dopo esser stato condannato in primo grado per falso in bilancio e manipolazione informativa e che è chiamato a rispondere anche di altri reati finanziari in altri procedimenti, espone la società ad un danno reputazionale”.
La richiesta si fonda sull’articolo 2393 del codice civile che consente di mettere ai voti l’azione di responsabilità in occasione dell’approvazione del bilancio perché “si tratta di fatti di competenza dell’esercizio cui si riferisce il bilancio”.
Leonardo: Proxy adviser Iss dalla parte di Profumo
Di parere opposto, il proxy adviser Iss, che invece chiede di votare contro la richiesta di avviare una azione di responsabilità nei confronti dell’a.d. Alessandro Profumo“, per “l’assenza di motivazioni sufficientemente convincenti”.
“Al momento, sulla base delle informazioni attualmente disponibili e considerando che la sentenza a cui fa riferimento Bluebell potrebbe essere ribaltata” in appello, per Iss, il cui giudizio ha un peso considerando che in Leonardo affianca oltre il 50% degli investitori istituzionali, “non sembra esserci alcun motivo per rimuovere Profumo dal suo incarico e per una azione legale contro li lui”. Per Iss, in ogni caso, “ci si aspetta che la società controlli con attenzione e rigore la situazione e, se necessario, adotti le misure necessarie”.
Il cda di Leonardo si è espresso già due volte non rilevando cause ostative all’ad Profumo, che nel frattempo ha presentato ricorso contro la sentenza di primo grado.