Fino al 2022 per andare in pensione di vecchiaia occorreranno 67 anni di età per tutte le categorie di lavoratori, vale a dire uomini e donne, dipendenti e autonomi.
Così un decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 novembre sulla base della speranza di vita accertata a consuntivo dall’Istat per l’intero biennio 2017-2018.
Nel dettaglio si prevede che il requisito per l’accesso alla pensione di vecchiaia resti fissato a 67 anni anche nel biennio 2021-2022, come è adesso.
Per accedere alla pensione di vecchiaia, vale ricordarlo, è necessario un requisito contributivo minimo di 20 anni. Solo per i lavoratori neoassunti dal 1° gennaio 1996 per i quali la pensione è interamente calcolata con il sistema contributivo, l’assegno pensionistico dovrà essere di importo almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale rivalutato in base all’andamento del Pil.
Nel biennio 2023-2024 il requisito potrebbe aumentare di tre mesi, stando ai requisiti stimati a titolo esemplificativo dalla Ragioneria generale dello Stato nel Rapporto sulla spesa pensionistica pubblicato in settembre.
La pensione di anzianità
La pensione di anzianità così come formulata in passato (35 anni di contributi e requisito anagrafico in ultimo pari a 62 anni o 40 anni di contributi) non esiste più: pensata per permettere al lavoratore che avesse raggiunto una determinata anzianità contributiva di andare in pensione a prescindere dall’età, è stata prima modificata nel 2004 mediante l’introduzione di requisiti aggiuntivi rispetto a quello contributivo e quindi del tutto eliminata dalla riforma Monti-Fornero che l’ha nella pratica sostituita con la pensione anticipata, che consente comunque al lavoratore di andare in pensione prima della soglia anagrafica prevista dalla pensione di vecchiaia a fronte di un certo numero di contributi.
La pensione anticipata
Introdotta dalla riforma Monti-Fornero, si può – semplificando – definire come quella prestazione previdenziale cui è possibile accedere non raggiungendo una certa età, bensì perfezionando un requisito di natura contributiva.
Questo significa che diventa appunto possibile andare in pensione prima dei 67 anni richiesti dalla pensione di vecchiaia (da qui, il nome di “anticipata”), a condizione di aver accumulato un certo numero di contributi.