ROMA (WSI) – “Ho usato la parola metadone perchè penso si possa parlare un linguaggio che gli italiani capiscano e per dare un contributo di chiarezza”. Enrico Letta ha voluto chiarire a Otto e Mezzo, il significato del termine che ha utilizzato nei giorni scorsi, nel definire la “distinzione tra realtà percepita e vissuta che abbiamo visto negli ultimi vent’anni”.
“Il berlusconismo ha dato questo senso alla realtà e nel mio libro scrivo che bisogna creare una separazione tra la realtà reale e quella percepita. È un fatto su cui bisogna stare attenti altrimenti succedono guai”.
“Quella di Renzi sul libro è una frase che qualifica chi la fa e applica le sue categorie mentali”, ha detto Letta sul commento di Renzi, che aveva risposto alle riflessioni di Letta affermando che sia lui che Prodi avevano bisogno di promuovere i loro libri in uscita. E sulla vicenda che ha portato Renzi a diventare premier, ha affermato: “Il mio errore con Renzi? Probabilmente sono stato un po’ ingenuo”.
Sull’Italicum: “Renzi può vincere la battaglia dell’Italicum ma se la vince sulle macerie non è una gran vittoria”. La questione “è tutta nelle mani di Renzi ed è suo interesse avere una maggioranza larga, dovrebbe evitare le macerie”.
“Sono convinto che gli italiani capiscono la differenza, le regole si approvano insieme e non da soli”. Sul suo voto alla riforma elettorale, ha detto: “Sarò in aula e farò la mia parte, non so cosa succederà, dipende dagli atteggiamenti sul voto di fiducia e sul merito”.
“Penso che la fiducia sia un errore; spero non venga messa, la cosa giusta sarebbe non mettere nè la fiducia né i voti segreti per evitare forzature”.
In ogni caso, alla domanda se il premier sia fortunato, l’ex premier così risponde: “La fortuna aiuta gli audaci, Renzi sicuramente è audace ed è stato aiutato dalla fortuna”. Il premier ha davanti una “occasione irripetibile” perché sotto il suo governo si sono realizzate condizioni economiche favorevoli: il crollo del prezzo del petrolio, la svalutazione dell’euro che favorisce le nostre esportazioni, l’Expo di Milano e il Giubileo. “Gli auguro di cogliere tutte queste occasioni”.
E sul suo futuro: “Assolutamente non lascio il Pd ma mi dimetto dal Parlamento e lo farò nelle prossime settimane”. Letta ha spiegato al programma condotto da Lilli Gruber il motivo per cui ha rinunciato all’impegno da deputato.
“Ho capito che si può fare politica anche facendo il proprio lavoro – ha spiegato ricordando che dal primo settembre dirigerà la facoltà di Scienze politiche a Parigi – anzi, voglio provare a dire delle cose e così mi sento più libero, spero di dare un contributo positivo facendo delle proposte”.