New York – Peggio di un paese che e’ appena uscito da una rivoluzione. Appena sotto lo stato piu’ piccolo e tra i meno trasparenti in America Latina, dove il lavoro sommerso tocca un quarto della popolazione. Inferiore anche a un paese sull’orlo del collasso e ormai fuori dall’area euro, che ha dovuto subire per anni l’impatto della corruzione della sua classe politica.
Insomma lo stato della liberta’ economica in Italia e’ allarmante. Non raggiungiamo nemmeno il livello di una nazione africana ancora instabile, che ha ottenuto l’indipendenza 50 anni fa, ma che fino a 3 anni fa ha dovuto fare i conti con una serie di omicidi politici.
Nonostante un lieve incremento in alcuni singoli aspetti della liberta’ economica, anche gli Stati Uniti non possono dirsi soddisfatti, essendo scivolati al 18esimo posto della classifica internazionale.
Hong Kong si conferma al primo posto, mentre l’Italia fa segnare un imbarazzante 83esimo posto, dietro a paesi come Tunisia, Paraguay, Grecia e Kenya, sopra citati.
La posizione di ripiego degli Usa sorprende tuttavia molto di piu’: da sempre considerati il punto di riferimento della liberta’ economica tra i grandi paesi industrializzati, gli Stati Uniti hanno accusato un tonfo notevole negli ultimi dieci anni.
Dal 1980 al 2000 Washington era saldamente al comando, piazzandosi sempre nei primi tre posti in compagnia di Hong Kong e Singapore. Il tracollo in classifica e’ poi stato netto. Dal secondo posto nel 2000 all’ottavo nel 2005 e il 19esimo nel 2010. Nel 2009 gli Stati Uniti erano dietro a Svizzera, Canada, Australia, Cile e Mauritius, paesi che hanno deciso di non seguire la strada delle politiche dell’indebitamento del governo.
Arrivati al 2010, gli Usa sono scivolati anche sotto Finlandia e Danimarca, due paesi che si possono considerare socialisti e attenti al Welfare. Ora persino Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Qatar e Taiwan fanno meglio.
Il volume sulla liberta’ economica mondiale a cura dell’Istituto Fraser si basa su cinque fattori: dimensioni del governo, sistema legale e diritti, liberta’ di scambi commerciali internazionali, soldi veri e regolamentazione.
Sono 42 le variabili che copre lo studio, che ha l’obiettivo di quantificare gli ingredienti chiave che vanno a formare la giusta miscela di liberta’ economica.
Dietro a Kong Kong si sono piazzate Singapore (8.69), Nuova Zelanda (8.36), Svizzera (8.24), Australia e Canada (7.97), Bahrein (7.94), Isole Mauritius (7.90), Finlandia (7.88) e Cile (7.84). Tra le altre big, dietro agli Usa si piazza il Giappone (20esimo), seguito da Germania (31), Corea del Sud (37), Francia (47), Italia (83) e Messico (91). La Russia e’ ancora piu’ staccata (95), poi vengono Brasile (105), Cina (107) e India (111th).
In fono alla classifica il Venezuela (144esima). Appena sopra Myanmar, Zimbabwe, Repubblica del Congo e Angola.