ROMA (WSI) – La notizia è arrivata qualche ora fa, riportata dal Wall Street Journal. Dopo più di un anno di trattative tra Roma e Washington, l’Italia ha concesso ai droni Usa di partire dalla base di Sigonella, in Sicilia, al fine di sferrare attacchi militari contro obiettivi Isis in Libia e nei paesi nordafricani in genere. L’indiscrezione è stata rilasciata da un funzionario Usa.
L’ok dell’Italia, tuttavia, è arrivato con un freno, dal momento che il governo ha autorizzato la partenza di droni solo per uso difensivo e per proteggere dunque le forze speciali Usa dispiegate in Libia, in caso di attacchi.
Gli Stati Uniti starebbero tentando, dunque, di persuadere il governo Renzi a consentire l’utilizzo della Stazione di Sigonella anche per sferrare operazioni offensive, come quella che Usa hanno lanciato venerdì scorso contro un sito di addestramento vicino Sabratha, Libia, per colpire un obiettivo dello Stato Islamico. In questo caso specifico, in cui sono stati uccisi almeno 30 jihadisti, i droni americani erano partiti da una base militare in Inghilterra.
Nell’ultimo anno l’Italia si sarebbe opposta alle richieste, timorosa di alimentare l’opposizione interna contraria alla guerra, specialmente nel caso in cui Roma potrebbe dover ammettere responsabilità nella morte di civili.
Il Wall Street Journal ammette che i timori che le operazioni sferrate dai droni possano tradursi nella morte di civili sono reali: lo stesso governo della Serbia ha reso noto lo scorso sabato che l’attacco lanciato venerdì scorso si è conclusa con la morte di due ostaggi serbi che erano stati imprigionati nel sito di addestramento.
Gli Stati Uniti non hanno confermato l’uccisione di civili tra le decine di obiettivi colpiti.
I droni Usa sono stazionati nella base di Sigonella dal 2011, ma fino allo scorso mese – continua il quotidiano americano – erano stati utilizzati solo a scopo di sorveglianza. Il permesso accordato da Roma consentirà l’utilizzo della base anche a droni armati, nell’ambito del piano dell’amministrazione Obama, che sta valutando la strategia militare da adottare contro l’Isis in Libia, avvalendosi della collaborazione degli alleati.
Detto questo, la Casa Bianca non ha fretta di buttarsi nelle operazioni, dal momento che, così come ha fatto notare il segretario alla Difesa Ash Carter, “il tumore principale” dell’Isis rimane in Siria e Iraq.