Riceveranno un sussidio per trovare un nuovo lavoro, un atto di solidarietà da parte dell’Unione Europea, che andrà lenire le sofferenze di 400 ex lavoratori della Carrefour in Vallonia, Belgio. La decisione dell’azienda è stata giustificata da crescenti pressioni subite dalla concorrenza dei negozi online. Così i lavoratori hanno fatto domanda per accedere al Fondo europeo di aggiustamento della globalizzazione, il cui obiettivo è intervenire là dove le regole della concorrenza possono fare anche molto male.
La Commissione europea ha oggi proposto di conferire agli ex lavoratori di Carrefour Belgique 1,6 milioni di euro: vale a dire 4.000 euro a testa. Una cifra non certo risolutiva, ma che dovrebbe dare una mano agli ex lavoratori nella delicata fase in cui si cerca una nuova occupazione.
Il beneficio non andrà a tutti i licenziati dalla Carrefour Belgique, che nel Paese sono stati più di mille, bensì solo ai 400 lavoratori residenti in Vallonia: una scelta motivata dalle più difficili condizioni del mercato del lavoro nella regione francofona del Belgio. Se nelle fiandre il tasso di disoccupazione è del 3,5% in Vallonia arriva all’8,6%.
Il Fondo di aggiustamento è stato istituito nel 2007 è ha ricevuto finora 161 richieste d’aiuto, per un totale di 151mila lavoratori sostenuti, cui si aggiungono oltre 4.400 Neet, giovani residenti in aree depresse che non studiano né lavorano. In totale il Fondo ha erogato 635 milioni di euro, con un beneficio medio per richiedente di circa 4.000 euro.
Per ricorrere al fondo i lavoratori debbono risultare in esubero per oltre mille unità, siano essere dovute ai licenziamenti di una sola azienda o alla crisi di un settore in una determinata regione. Anche per queste limitazioni, non si è sentito parlare di questo fondo in relazione alle cessioni di Whirpool a Napoli (420 lavoratori coinvolti) o in altre crisi aziendali italiane i cui licenziamenti non abbiano superato le mille unità.