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L’immobiliare italiano prepara la ripartenza nel 2025

Le prospettive per il mattone italiano sono positive, in un contesto di mercato in cui la domanda è forte e i tagli dei tassi spingeranno le compravendite. Milano ma anche Roma con ‘effetto Giubileo’, l’analisi di Scenari Immobiliari

Il periodo più difficile per l’immobiliare italiano sembrerebbe alle spalle. Lo scenario volge al positivo, a partire dal settore residenziale dove la domanda è forte e la discesa dei tassi tornerà a spingere le compravendite. Queste le basi su cui si poggia la ripartenza del mattone tricolore, con le prospettive per il 2025 che potrebbero essere anche migliori.

Compravendite e prezzi: alcune stime.

Un punto di partenza per capire dove potrebbe andare il mercato nel 2025 sono le stime contenute nell’ultimo European outlook 2025 di Scenari Immobiliari. Le compravendite residenziali dovrebbero raggiungere quota 720mila nel 2024 e circa 760 mila scambi il prossimo anno, con un incremento del 36% rispetto al 2020. I prezzi sono attesi in crescita del 3,1% a livello nazionale, ma con variazioni più significative nelle grandi città.
In particolare, Milano guida la classifica delle prime 10 città con un +6,9%, davanti a Venezia con un +6,5% e Roma con un +6 per cento. Seguono Bergamo (+5,2%), Bologna (+5,1%) e Napoli (+5%). “Nei tre mesi finali dell’anno in corso il mercato residenziale sta andando meglio delle pur positive previsioni. Il ribasso dei tassi di interesse sta spingendo la domanda, con un sostegno che arriva anche da una forte corrente di acquisti da parte dei giovani e di chi vuole investire per affittare (effetto Giubileo) – racconta a WSI Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -. Confermiamo, quindi, le previsioni positive per il prossimo anno, tenendo però presente che il quadro potrebbe mutare a causa di fattori avversi esterni al mercato”.

Non solo Milano e Roma: le storie.

Per la Capitale il 2025 è sotto tutti i punti di vista l’anno del Giubileo, con i suoi impatti anche nell’immobiliare. “Roma ha già visto un’impennata delle domande di investimento per piccoli appartamenti (compresi cantine da riqualificare) da affittare durante il 2025. Tendenza analoga, anche se meno forte, a Firenze e Venezia. Nelle due città turistiche i mercati immobiliari appaiono già saturi”, afferma Breglia che poi si concentra su altre due tipologie di città medie che sono interessanti per lo sviluppo immobiliare. “Innanzitutto, quelle che hanno un tessuto economico e produttivo ricco.
È il caso di quasi tutte le città padane, da Novara a Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova. Ma anche Reggio Emilia, Parma in Emilia. Qui le attività economiche sono vivaci e c’è attrazione di manodopera e quindi domanda abitativa. Il secondo tipo di città con andamenti in prospettiva positive sono quelle turistiche e/o universitarie. È il caso di Napoli, ma anche Bari, Lecce e in Sicilia, Catania e Siracusa”.

Le sfide.

Se la grande questione tassi è messa da parte, il mercato dovrà però fare i conti con altre dinamiche. “C’è la cronica carenza di prodotto di qualità che raffredda tanti potenziali compratori – spiega Breglia-. Rispetto ai primi anni duemila si costruisce il 90% in meno. Poco più di 50mila case nuove l’anno e meno della metà di queste nei capoluoghi. Certo aumentano le ristrutturazioni, ma anche i costi di chi acquista. Procedendo di questo passo la domanda si demotiva”. E aggiunge: “C’è poi la particolare situazione di Milano (vera locomotiva del mercato italiano), dove ci sono circa 150 iniziative immobiliari ferme e almeno altrettante che potrebbero partire nel futuro vicino. Lo stallo normativo dei mesi scorsi ha spinto la domanda sul patrimonio esistente facendo alzare prezzi”.
Tra le sfide sul tavolo anche quella che arriva dalla locazione. “L’affitto ha rappresentato un’alternativa nel 2020-2022. L’esplodere del turismo ha spostato decine di migliaia di alloggi dalla locazione lunga verso quella breve”, conclude Breglia.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di dicembre del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti.