L’aumento dei prezzi negli Stati Uniti inizia a pesare sui conti delle società attive nella grande distribuzione. I giganti, Walmart e Target nella seduta di mercoledì hanno subito delle perdite più pesanti dal market crash del 1987.
Walmart e inflazione, cosa succede negli Usa
La paura degli investitori per Wallmart e Target è che non saranno in grado di distribuire l’aumento dei costi ai consumatori nel breve-medio termine anche perché alcuni hanno fatto la scelta di non farlo e dunque sostenere i costi in autonomia.
Il titolo Target ha perso il 25% dopo trimestrali sotto le attese, secondo il management il costo legato all’aumento del prezzo del carburante e del trasporto aumenterà di 1 miliardo di dollari nel 2022.
“Non ci piace l’impatto sui nostri profitti nel breve periodo ma siamo siamo convinti che la nostra strategia è quella giusta nei confronti dei nostri clienti e partner nel lungo termine” ha detto il CFO Michael Fiddelke durante la conference call con gli analisti.
Walmart invece ha detto che i problemi della catena di approvvigionamento ed i costi legati all’aumento degli stipendi del personale hanno “mangiato” i profitti del trimestre attuale. Il più grande distributore del paese in termini di ricavi ha detto che in passato passava i costi legati alle materie prime ai consumatori ma questa volta l’aumento dei prezzi era talmente istantaneo che non hanno avuto tempo di adattare i prezzi. Detto ciò, per il momento Walmart ha sottolineato che cercherà di continuare a tenere i prezzi invariati. Ed è proprio questo che disturba gli investitori, in quanto tenendo i prezzi invariati mette in dubbio la resilienza dell’azienda nel medio termine.
Dopo le vendite sul titolo Walmart di martedì -11%, mercoledì il titolo ha perso un ulteriore 7%.
Secondo gli analisti la debolezza dei risultati ha dimostrato che i consumatori hanno iniziato a limitare le proprie spese a causa dei prezzi elevati. “Questo è l’inizio della ritirata dei consumatori” ha scritto in una nota Neil Sanders, Managing Director Global Data Retail.
Prese di beneficio su tutto il comparto
Walmart e Target non sono state le uniche vittime del sell off di mercoledì, l’intero comparto retail ha subito delle vendite pesanti. Best Buy ha perso il 10,5%, Macy’s il 10,55%, Sporting Goods il 14,22% e Costoco il 12,45%.
Lowe’s, un altro gigante della grande distribuzione USA invece ha detto che le vendite comparabili sono diminuite del 4% nel primo trimestre del 2022 a causa del meteo più freddo e la spesa ridotta dei consumatori.
Home Depot ha pubblicato un incremento delle vendite del 3,8% ma ha detto che meno clienti hanno visitato i negozi fisici nell’ultimo trimestre.
Ricordiamo che Home Depot e Lowe’s erano tra i grandi vincitori durante la pandemia grazie alla forte domanda di prodotti per la casa.
Kohl’s, Macy’s e Gap pubblicheranno i conti questa settimana, concludendo così la stagione delle trimestrali della grande distribuzione, per altro indicatore importante della salute dell’economia americana.
Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist a IG Italia, la caduta dei giganti della grande distribuzione è un segnale molto preoccupante per l’economia statunitense strettamente legata all’andamento dei consumi. “La nostra view è che il compito della FED sarà ancora più complesso. Il soft landing proposto da Powell sarà molto difficile da ottenere”.