Dalle stelle alle stalle: è una corsa sulle montagne russe quella che sta facendo nelle ultime ore la lira turca che dal crollo passa al rimbalzo in poche ore. La valuta del paese ha toccato un nuovo massimo giornaliero di 11,0935 per dollaro nelle prime contrattazioni di martedì – guadagnando fino al 20% contro il biglietto verde – ma in seguito ha ridotto alcuni di quei guadagni per scambiare a 12,77 per arrivare oggi a scendere di oltre il 40% contro il dollaro.
Quando la svalutazione ha superato il 5%, la Borsa di Istanbul ha sospeso momentaneamente le negoziazioni come aveva già fatto la scorsa settimana per tentare di limitare i danni provocati dal crollo della moneta turca.
A innescare il rally le parole del presidente Recep Tayyp Erdogan che in un discorso alla nazione ha delineato i passi da compiere per garantire i risparmi in lire, dicendo che il governo interverrà e compenserà le perdite dei depositi se il loro valore contro le valute forti cade oltre i tassi di interesse fissati dalle banche. In sostanza se la perdita di valore della lira dovesse superare gli interessi pagati sui depositi la differenza sarà compensata dallo Stato, in sostanza posto a carico quindi di tutta la collettività.
“I nostri cittadini non saranno schiacciati dai tassi di interesse”, ha affermato Erdogan menzionando una “guerra di indipendenza economica” e promettendo di abbassare l’inflazione che si attesta sul 21,3% su base annua anche se i dati ufficiali sono contestati dall’opposizione secondo cui l’aumento dei prezzi sarebbe più alto. “In quanto musulmano continuerò a fare ciò che è necessario come richiesto dal decreto divino (Nass)” ha affermato il presidente turco
Lira turca, cosa pensano gli analisti
Dettagli concreti sul piano del presidente ancora non sono noti e gli analisti sono scettici. Secondo gli osservatori difatti si tratta di una sorta di rialzo dei tassi mascherato che tuttavia mette a rischio le finanze pubbliche del paese.
“La recente mossa è chiaramente molto significativa, ma vale anche la pena notare che la Lira ha solo recuperato le perdite che ha fatto nelle ultime due settimane e il deprezzamento da un anno all’altro è ancora molto consistente”, hanno scritto gli analisti di Goldman Sachs in una nota martedì. Secondo Piotr Matys, analista di InTouch Capital, in verità le cause profonde della crisi valutaria della Turchia non sono state affrontate.
“I tassi di interesse sono troppo bassi con un’inflazione ben al di sopra del 20% e destinata ad accelerare ulteriormente nei prossimi mesi dopo il crollo della lira” (…) Il governo della Turchia è “chiaramente determinato a rimanere sulla rotta stabilita dal presidente Erdogan che insiste sul fatto che la Turchia deve cambiare il suo modello economico abbassando i tassi di interesse in modo significativo per ridurre la sua dipendenza dai capitali stranieri”, ha detto Mayts. Ha aggiunto che una questione chiave è “se le famiglie turche hanno sufficiente fiducia nell’amministrazione che saranno compensate per le potenziali perdite se cambiano i loro risparmi da dollari in lire”.