MILANO (WSI) – Borsa Milano e mercati europei in territorio positivo, sulla scia dello smorzarsi delle speculazioni di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, almeno per quest’anno, e delle anticipazioni di nuovi interventi anti deflazione da parte della Banca centrale europea. A Piazza Affari il Ftse Mib sale +1,69%, a quota 22.206,66 punti.
Tra i bancari Mps +0,74%, Bper +1,95%, BP +2,54%, BPM +1,64%, Intesa SanPaolo +1,71%, Unicredit +1,31%.
Tra i titoli di altri settori Cnh Industrial -1,19%, Campari +1,69%, FCA +2,54%, Exor +2,49%, Eni +1,56%, Mediaset +2,52%, molto male Ferragamo -4,11% – sulla scia del tonfo dei titoli del lusso causato dal crollo di Burberry – Telecom Italia +2,27%, Stm +3,15%, Prysmian +3,04%.
A Piazza Affari pesante Fincantieri, dopo che la controllata Vard ha lanciato un profit warning, causa anche la crisi in Brasile. Le quotazioni della società tra le leader globali della cantieristica hanno ceduto -13%, dopo l’allarme utili.
Indice Stoxx 600 dell’azionario europeo in recupero: il listino ha perso -13% dal record di aprile, portando due terzi circa degli strategist sull’azionario intervistati da Bloomberg a tagliare le loro stime di fine 2015 da 422 di luglio a 395. Ma oggi il sentiment positivo degli investitori ha alimentato gli acquisti.
Tra i titoli europei, tonfo a Londra per il titolo Burberry dopo la delusione per le vendite: le azioni del colosso del lusso crollano di oltre -10% dopo che la società attiva nel comparto del lusso ha reso noto che, nei sei mesi terminati il 30 settembre, le vendite al dettaglio sono salite di appena +2%, a 774 milioni di sterline, contro il +8% atteso dagli analisti. Burberry ha parlato di “un contesto sempre più denso di sfide per i consumatori del lusso”, in particolare in Cina, mercato che è stato la principale fonte di crescita del fatturato della società .
Sul mercato valutario: l’euro inizialmente è salito avvicinandosi a quota $1,15, per poi fare dietrofront cedendo -0,31%, a $1,1439. Dollaro/yen -0,50% a JPY 118,24. Euro/yen -0,79% a JPY 135,27. Euro/sterlina -0,36% a GBP 0,7387. Euro/franco svizzero -0,20% a CHF 1,0874.
Attenzione al Beige Book, il report economico stilato periodicamente dalla Federal Reserve.
Dall’analisi relativa al periodo compreso tra la metà di agosto e gli inizi di ottobre, risulta che i miglioramenti del mercato del lavoro degli Stati Uniti hanno avuto pochi impatti sulla crescita dei salari, e che l’attività manifatturiera Usa ha sofferto il recente rialzo del dollaro, ma anche l’indebolimento della Cina. Il report ha contribuito ad alimentare sui mercati le scommesse di un nulla di fatto del Fomc non solo a ottobre, ma per tutto il 2015.  La conseguenza è stata il sell off del dollaro.
Forti acquisti durante le contrattazioni asiatiche sulle monete delle economie emergenti, che hanno beneficiato, oltre che degli smobilizzi sul biglietto verde, anche di un articolo pubblicato sul Wall Street Journal dal capo economista Jon Hilsenrath, responsabile delle notizie attinenti alla Fed.
Secondo l’esperto, è improbabile che la Fed ricorra all’adozione della prima manovra restrittiva di politica monetaria nell’anno in corso, considerata la carrellata di dati economici poco confortante.
Il crollo delle probabilità di un rialzo dei tassi nel 2015 ha scatenato gli acquisti anche sull’azionario asiatico, con Tokyo +1,15%, Hong Kong +2%, Sidney +0,63%, Shanghai +2,32%, nonostante la chiusura negativa di Wall Street.
Il Dow Jones ieri ha perso quasi -1%, scendendo al di sotto della soglia psicologica dei 17.000 punti per la prima volta dallo scorso 7 ottobre, sulla scia delle flessioni di Wal-Mart e Boeing.
L’Asia brinda alle cattive notizie che arrivano dal fronte economico Usa. Il calo del dollaro viene accolto positivamente, in quanto aumenta il valore relativo delle esportazioni di materie prime e abbassa il valore del rimborso dei bond denominati in dollari per le aziende dell’area”, ha scritto in una nota Angus Nicholson, analista di mercato di IG.
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