Economia

Lo strafalcione di Trump sui posti di lavoro

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Durante la conferenza stampa di ieri, la prima di Donald Trump da luglio e quindi anche da quando è stato eletto presidente, il futuro inquilino della Casa Bianca ha commesso un grave errore numerico quando ha parlato di posti di lavoro.

I giornalisti non hanno fatto molte domande a Trump sulle sue politiche economiche, ma quando lo hanno fatto, dalla bocca del presidente eletto è uscita una grossa imprecisione. Trump ha detto che “ci sono 96 milioni di persone che vogliono un lavoro” ma non riescono a ottenerlo. “Sapete la storia, i numeri sono noti. Questi sono i veri numeri”, ha dichiarato. Peccato che la cifra sia completamente sballata.

Il numero a cui fa riferimento Trump è quello dei 96 milioni di americani esclusi dalla forza lavoro ufficializzato dagli ultimi dati del Dipartimento del Lavoro Usa. Il numero di cittadini con un’età superiore ai 16 anni che effettivamente cerca un lavoro è però decisamente più basso, pari a 5,4 milioni, 91 milioni in meno della cifra citata con enfasi da Trump. La quota rimanente sono tutte quelle persone che non possono e non vogliono avere un posto di lavoro, come i cittadini in pensione, i malati, i diversamente abili, i casalinghi, o gli studenti.

La cifra è peraltro in calo rispetto all’anno scorso, di 256mila unità, nonché è di 1,7 milioni inferiore ai massimi di tutti i tempi raggiunti nel 2013. È una differenza importante e per Federal Reserve e governo Usa è fondamentale avere ben chiara la situazione reale del mercato occupazionale. Se effettivamente ci sono tanti americani in cerca di un posto di lavoro, allora è importante varare piani di rilancio fiscale e monetario, come promesso per esempio da Trump.

Se invece il numero di persone a caccia di un impiego è in calo negli Stati Uniti, come sembrano indicare i dati ufficiali, significa che non c’è bisogno di politiche straordinarie di alleggerimento fiscale dal momento che un simile intervento rischierebbe di rinfocolare l’inflazione.