LEGNANO (WSI) – Il dollaro e le borse americane. Correlazioni che vanno e vengono. Potremmo fermarci qui con il commento di questa mattina se volessimo concentrarci sull’andamento del biglietto verde, cercando di capire se esso possa essere considerato una valuta rifugio o meno. Crediamo però che sottolineare come, in questo frangente, stiamo assistendo a movimenti che sono dettati da un mix di market mover legati alle diverse politiche monetarie e alla pubblicazione dei dati, possa essere la chiave interpretativa di breve periodo, per poter lavorare in maniera proficua, anche di fronte a mercati così nervosi.
La debolezza del dollaro
Strutturale o passeggera? Questa la domanda che sta attanagliando i diversi analisti, noi crediamo che sia passeggera e legata agli avvenimenti che nel breve periodo riescono a muovere i mercati. Ci riferiamo alle decisioni o alle indicazioni di politica monetaria che ci sono arrivate durante l’ultima settimana, le quali sono state in grado di produrre effetti importanti sulle principali valute.
Il dollaro australiano è stato acquistato dopo la decisione del taglio di tassi e grazie alle vendite di dollaro cominciate a livello globale dopo le parole del membro non votante della Fed Lockart (che ha in qualche modo posto ottobre come punto di attenzione per la questione tapering), è riuscito a continuare la sua salita. Stessa cosa per la sterlina inglese, che ieri, dopo essere stata pesantemente venduta contro dollaro ha recuperato massicciamente terreno (oltre 2 figure).
Il motivo di questo movimento è presto spiegato. Il governatore della BoE Carney durante la conferenza stampa che ha seguito la pubblicazione dell’inflation report ha chiaramente comunicato che, fino a quando la disoccupazione non scenderà al 7% (attualmente siamo a 7.8% da un anno circa), non ci saranno possibilità di assistere ad una politica monetaria restrittiva o ad un inizio di uscita dal QE.
Anzi, fino a quel momento, potrebbero rendersi necessari ulteriori acquisti di asset (grazie a parametri chiari, ora finalmente sappiamo quali sono le intenzioni della BoE). Contro l’euro invece è sempre la solita minestra. Non si capisce come, ma la moneta unica riesce a rimanere in posizione di sostanziale forza, mentre per quanto riguarda lo yen, esso ha spolverato il suo status di bene rifugio sulla discesa del Nikkei.
Le borse USA?
Le borse USA in tutto questo si stavano muovendo in relazione a quanto ci dicevano i dati, fino a due giorni fa, con i massimi recuperati e un consolidamento sopra il supporto di 1,700.0. Ora abbiamo assistito ad una discesa abbastanza decisa (dopo le parole sul QE che hanno scatenato panic selling), che però è già andata a correggere ritestando il 1,700.0, mostrando che comunque non l’ondata di panico per il momento si è fermata. Una tenuta delle resistenze potrebbe significare la potenziale partenza di un movimento strutturale di correzione a ribasso, altrimenti le possibilità di assistere a nuovi massimi divengono concrete.
QUADRO TECNICO
EurUsd: raggiunto 1.3350 stamattina, con un consolidamento sopra 1.3325 durante la notte, livello che consideravamo come trigger point proprio per il raggiungimento di 1.3350. Siamo sopra la media a 21 e stiamo consolidando in 25 punti, che possono essere sfruttati per rotture da una parte o dall’altra per target pari all’altezza della congestione. Un ritorno sotto 1.3295 potrebbe riportare i prezzi verso i supporti di 1.3240/50, mentre una salita sopra 1.3380 potrebbe far tentare accelerazioni verso 1.3415.
UsdJpy: 96.25 raggiunto e superato questa notte, nelle prime ore del mattino. Continuiamo a muoverci sotto la media mobile a 21 periodi oraria e all’interno di un canale decrescente che restituisce area 95.70 come potenziale punto di approdo, a meno che non si creino divergenze rialziste. L’area indicata corrisponde anche ad un supporto statico precedente. Per risalire crediamo occorra veder superato 97.10.
EurJpy: 128.60 e 128.30 raggiunti ed in tentativo di rottura stamattina. Un superamento ribassista di 127.90 potrebbe dare il là ad approfondimenti verso i primi punti precedenti, sui quali lavorare però con stop molto stretti, la media a 21 a 4 ore passante intorno a 129.50 potrebbe fare da attrazione per i prezzi in caso di partenza di una correzione.
GbpUsd: il movimento di ieri si commenta da solo, ma il quadro tecnico principale rimane buono. A parte lo spike sulla notizia, il mercato ha tenuto la media a 100 e, salendo sopra 1.5415 che seguivamo come trigger point ha raggiunto e superato le due aree di attenzione, che non abbiamo indicato qui ma che abbiamo seguito sul dailyfx.it dopo la rottura, passanti tra 1.5480 e 1.5525. Siamo in congestione che è possibile lavorare o a rialzo o a ribasso, curando tutte le possibili formazioni di divergenze ribassiste.
AudUsd: sulla discesa dell’australiano, timidamente abbozzata ieri mattina, è saltato il livello di supporto che seguivamo e abbiamo preso unn stop. Il quadro tecnico non era però brutto e l’interpretazione è stata buona, con i prezzi ripartiti dopo una divergenza oraria (che ha aiutato a cogliere l’esaurimento della discesa) e con il superamento di 0.9030 che ci ha permesso di andare comunque a target sui livelli successivamente impostati (0.9050/0.9075/0.9100 in potenziale raggiungimento). Attenzione alla possibile formazione di una divergenza ribassista oraria, da poter sfruttare fino ad un primo retest della media a 21 e degli ultimi massimi, tenendo conto che in caso di superamento rialzista di 0.9130 il mercato potrebbe partire verso 0.9160.
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