La Bank of Japan (BoJ) è tornata sul mercato e ha acquistato una quantità illimitata di titoli di stato per mantenere i rendimenti dei titoli di stato JGB a 10 anni al di sotto dello 0,25% in un ulteriore sforzo per riavviare l’economia in difficoltà del paese, ma indebolendo lo Yen. Mentre altri paesi stanno cercando di ridurre i loro bilanci (inasprimento quantitativo), la Banca del Giappone continua a versare denaro nell’economia, divergendo ulteriormente dalle altre principali banche centrali globali.
La politica monetaria accomodante del Giappone, esacerbata da questo terzo round di acquisti obbligazionari, continua a pesare sullo yen giapponese, indebolendolo ulteriormente su tutta la linea. La BoJ interverrà ad un certo punto per cercare di mitigare le perdite dello Yen, ma a che livello e con quale impegno?
All’inizio di questo mese, il livello ad 125,00 per USD/JPY era visto come la ‘linea limite’ che, se superata, avrebbe innescato l’intervento della BoJ, principalmente verbale. Questo livello ha resistito, giù di lì, per circa due decenni e alla fine è stato rotto questo mese. Ora è probabile che il livello a 130,00 diventi il prossimo riferimento per la BoJ che ha già messo in guardia sui bruschi movimenti della valuta. Resta da vedere come la BoJ possa impedire allo yen di scendere ulteriormente e allo stesso tempo pompare denaro nell’economia acquistando debito pubblico.
Analisi tecnica cambio dollaro/yen giapponese
Il grafico mensile di USD/JPY mostra come il dollaro si è avvantaggiato rispetto alla valuta giapponese negli ultimi 15 mesi e la facilità con cui la coppia ha eliminato le precedenti resistenza mensile a 118,50 e 123,75 prima di spazzare via 125,00. Ora è probabile che le ultime due aree diventino supporto, soprattutto con la BoJ che continua ad acquistare obbligazioni, lasciando 130,00 come possibile prossimo obiettivo.
Se questo si dovesse interrompere definitivamente, e potrebbe essere difficile a breve termine, allora 135,20 diventerà la prossima zona da considerare.
Grafico mensile USD/JPY
I trader stanno attraversando un periodo difficile su USD/JPY con gli ultimi dati che mostrano una forte e crescente tendenza allo short. I dati dei trader mostrano che il 26,82% degli operatori è net-long con il rapporto tra i trader short e long da 2,73 a 1. Il numero di trader net-long è del 10,93% in più rispetto a ieri e del 26,11% in più rispetto alla scorsa settimana, mentre il numero di trader il net-short dei trader è del 5,76% in più rispetto a ieri e del 2,25% in più rispetto alla scorsa settimana.
Di solito prendiamo una visione opposta al sentiment e il fatto che i trader siano netti short suggerisce che i prezzi USD/JPY potrebbero continuare a salire. Eppure i trader sono meno esposti short rispetto a ieri e rispetto alla scorsa settimana. I recenti cambiamenti nel sentiment avvertono che l’attuale tendenza del prezzo USD/JPY potrebbe presto invertirsi al ribasso nonostante il fatto che i trader rimangano short.
Osservando un orizzonte temporale più a breve termine, un movimento al di sotto del minimo a 126,50, potrebbe essere un segnale che il momentum rialzista di USD/JPY potrebbe svanire. Da tenere in considerazione anche l’RSI che continua ad essere in una situazione di ipercomprato.
Il supporto più importante si presenta ai punti cardine storici di 125,00 e 125,25. Al rialzo, la strada sembra essere aperta fino al picco del 2002 di 135,20
Grafico giornaliero USD/JPY
Analisi tecnica EUR/JPY
nelle ultime sedute l’Euro ha ceduto terreno rispetto alla divisa giapponese, ancor di più dopo che l’incontro della Bce della scorsa settimana ha messo in evidenza una Banca Centrale che non sembra essere aperta a tassi più alti, forse anche più della BoJ. Ciò si riflette nella massiccia tendenza del grafico EUR/JPY poiché i mercati illustrano chiaramente l’aspettativa di una maggiore politica monetaria passiva da parte della BoJ rispetto alla BCE.
Il livello a quota 137,50 rimane interessante poiché questo massimo che ha resistito dal 2018, si è dimostrato un’importante zona di resistenza per 3 settimane, fino al breakout nella sessione di ieri. Questa potrebbe essere un’area interessante per cercare un supporto a lungo termine nella coppia e data la rottura anche della resistenza a quota 138,75, un altro possibile resistenza la troviamo al livello psicologico di 140,00. Una rottura al di sotto del minimo a 138,30 aprirebbe l’opzione per un ritraccio del prezzo fino al supporto a 137,50.