ROMA (WSI) – Il governo non ha capito che bisognerebbe partire proprio dal travagliato mercato immobiliare per dare slancio alla ripresa. Attraverso manovre espansive, smettendola di “trattare la casa come un Bancomat per far cassa per lo Stato e gli Enti locali”. Invece con gli ultimi tre governi le tasse nel settore sono triplicate.
È il concetto espresso dal rappresentante degli agenti immobiliari, Paolo Righi.
“Per il settore immobiliare, come per tutta l`economia, serve quanto prima un’azione decisa sul fronte della riduzione delle tasse”, ha dichiarato il presidente nazionale della Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali)
“Avremmo bisogno di una manovra di segno espansivo, che parta dall’immobiliare per rilanciare l’economia” ha detto Righi nel commentare il contenuto del Def (Documento di Economia e Finanza), nel quale è stato preannunciato il varo della local tax, la tassa che assorbirà in futuro tutti i tributi comunali sugli immobili.
“Nel documento appena presentato dall’esecutivo manca purtroppo l’indicazione di un obiettivo chiaro per la ripresa economica.
Aumentare il potenziale di crescita del sistema paese partendo dall’immobiliare, che rappresenta il 20 % del PIl, sarebbe invece indispensabile, “visto che il trend di crescita tornerà a fatica ai livelli di pre-crisi”.
Tuttavia al momento anziché ipotizzare una riduzione della pressione fiscale, “si sostiene che su questo fronte è stato già fatto molto e bisognerà quindi attendere la Legge di stabilità del 2016”.
Stesso discorso vale sulla semplificazione della tassazione immobiliare: “un’unica imposta sulla casa e la preannunciata riduzione della pressione fiscale sugli immobili vengono quindi rimandate a tempi migliori”.
“Onestamente – osserva Righi – a differenza di quanto illustrato dal premier Matteo Renzi, il fisco continua a cibarsi voracemente del nostro denaro”.
L’esecutivo non ha abbassato le tasse negli ultimi anni come alcuni vogliono fare credere. La tassazione è al 42,6% secondo l’Ocse, mentre nel 2014 la pressione fiscale è arrivata al 43,5%, come certificato anche dalla stessa Istat.
Negli ultimi anni i governi Monti, Letta e Renzi hanno già triplicato gli stessi prelievi.
Finora – si lamenta il presidente degli agenti immobiliari – “abbiamo visto un vergognoso aumento del 178% delle imposte sulla casa, che hanno prodotto conseguenze disastrose per gli italiani in termini di impoverimento e di riduzione dei consumi”.
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“Pur apprezzando i contenuti delle recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio e di altri esponenti della maggioranza sulla necessità di evitare l’attivazione delle clausole di salvaguardia – conclude Righi – la Fiaip ricorda che una tassazione unica non si può ridurre al mero accorpamento di Imu e Tasi”.
“Dopo il pasticcio del 2012 sarebbe auspicabile l’introduzione di un tributo unico che, semplificando il caos fiscale sulle imposte immobiliari, diminuisca sensibilmente la pressione fiscale sulla casa”.
(DaC)