NEW YORK (WSI) – La locomotiva americana potrebbe rallentare il passo nel finale d’anno. Dopo l’ondata di dati macro pubblicati ieri, relativi al mese di ottobre, gli analisti delle maggiori banche Usa hanno ritoccato al ribasso le stime sulla crescita relativa al quarto trimestre.
Si parte dagli esperti di Barclays, che hanno tagliato le previsioni relative al periodo ottobre-dicembre, portandole al 2,3% dal 2,6% precedente. Decisamente più caute le proiezioni di Morgan Stanley secondo cui, nello stesso periodo, non crescerà più dell’1,7%. “L’economia tiene ancora, ma il clima si è fatto più cauto “, ha detto Sarah Casa, economista presso Wells Fargo Securities all’agenzia Bloomberg. “I primi dati di ottobre hanno allungato un’ombra sul trimestre in corso”.
Restano improntate all’ottimismo le stime sul 2015. Secondo gli analisti di Credit Suisse durante il prossimo anno “l’economia USA resterà la più solida tra le economie avanzate. Riteniamo che il paese sia entrato in una ripresa in grado di sostenersi autonomamente. Il processo di riduzione dell’indebitamento da parte delle economie domestiche è ben avanzato, e anche il settore pubblico gode di un po’ più di margine di manovra per sospingere le spese. La cosa più importante è che la crescita occupazionale e dei salari e il conseguente miglioramento delle spese al consumo stanno da ultimo incoraggiando le società ad accrescere le spese per investimenti. Nel contempo, i prezzi energetici più bassi stanno incrementando il potere d’acquisto dei consumatori e riducendo i costi per gran parte dei settori”.
Sul fronte del dollaro, le previsioni degli esperti restano prevalentemente orientate ad un rafforzamento della valuta, almeno durante i primi sei mesi, ovvero nel periodo precedente alla prima stretta monetaria della Fed. A questo proposito gli analisti di Credit Suisse fanno notare : “Durante i precedenti cicli di inasprimento della Fed, in particolare nel 1994 e nel 2004, l’USD si è rafforzato, specialmente nel periodo precedente al primo rialzo dei tassi.
Prevediamo che questo modello si ripeterà nel 2015, mentre ci avviciniamo a un iniziale rialzo dei tassi a giugno. Anche la favorevole crescita negli USA e le prospettive dell’inflazione sostengono questo giudizio”.
(MT)