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Lodo Moro e stragi di Ustica e Bologna: scottanti rivelazioni

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ROMA (WSI) – Potrebbe esserci la Libia dietro l’abbattimento ad Ustica nel giugno del 1980 del DC9Itavia e di numerosi attentati che colpirono a  morte il nostro paese nello stesso anno, compresa la strage alla stazione di Bologna il 2 agosto del 1980.

Dopo che Renzi ha tolto il segreto a molti documenti riguardanti le stragi italiane, è stato rinvenuto dai consulenti della commissione d’inchiesta sul caso Moro, come scrive La Stampa, un cablo del Sismi da Beirut datato febbraio 1978, un mese prima dell’agguato di via Fani a Roma in cui le brigate rosse  uccisero i componenti della scorta di Aldo Moro e sequestrano l’importante esponente politico della Democrazia Cristiana.

Nel cablo venivano specificate per iscritto le modalità del Lodo Moro, “l’accordo informale tra italiani e palestinesi che risale al 1973 per cui noi sostenemmo in molti modi la loro lotta e in cambio l’Olp ma anche l’Fplp, i guerriglieri marxisti di George Habbash, avrebbero tenuto l’Italia al riparo da atti di terrorismo”.

Partendo da quel documento i parlamentari componenti la commissione Moro sono andati più a fondo e “sono convinti di aver trovato qualcosa di esplosivo”.

“Nelle settimane scorse, dopo un certo tira-e-molla con Palazzo Chigi, i commissari parlamentari sono stati ammessi tra mille cautele in una sede dei servizi segreti nel centro di Roma. Dagli archivi della sede centrale, a Forte Braschi, erano stati prelevati alcuni faldoni con il marchio «segretissimo» e portati, con adeguata scorta, in un ufficio attrezzato per l’occasione. Lì, finalmente, attorniati da 007, con divieto di fotocopiare, senza cellulari al seguito, ma solo una penna e qualche foglio di carta, hanno potuto prendere visione del carteggio tra Roma e Beirut che riporta al famoso colonnello Stefano Giovannone, il migliore uomo della nostra intelligence mai schierato in Medio Oriente”.

Ma la sorpresa maggiore è stata rinvenire documenti che sorreggono la pista libico – araba per le stragi di Ustica e di Bologna, pista secondo cui dietro alcune sigle del terrore per molti anni c’è stato il colonnello Gheddafi.

“Chi ha potuto leggere quei documenti, spera ardentemente che Renzi faccia un passo più in là e liberalizzi il resto del carteggio. È davvero incomprensibile e scandaloso – scrivono i senatori Carlo Giovanardi, Luigi Compagna e Aldo Di Biagio – che, mentre continuano in Italia polemiche e dibattiti, con accuse pesantissime agli alleati francesi e statunitensi di essere responsabili dell’abbattimento del DC9 Itavia a Ustica nel giugno del 1980, l’opinione pubblica non sia messa a conoscenza di quanto chiaramente emerge dai documenti secretati in ordine a quella tragedia e più in generale degli attentati che insanguinarono l’Italia nel 1980, ivi compresa la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980»”.

Giovanardi, uno dei componenti la commissione di inchiesta su Moro nel corso di una interpellanza in parlamento appellandosi al governo affinchè desecreti quei documenti e metta così in luce una pagina nera della storia italiana.

“I membri della Commissione di inchiesta sulla morte dell’on. Aldo Moro hanno potuto consultare il carteggio di quel periodo tra la nostra ambasciata a Beirut e i servizi segreti a Roma, materiale non più coperto dal segreto di Stato ma che, essendo stato classificato come segreto e segretissimo, non può essere divulgato; il terribile e drammatico conflitto fra l’Italia e alcune organizzazioni palestinesi controllate dai libici registra il suo apice la mattina del 27 giugno 1980. Io capisco che ci debbano essere degli omissis sui rapporti con Paesi stranieri, ma spero che il governo renda immediatamente pubblici quei documenti”.